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È ancora alta l’emergenza morbillo sia in Italia che in diversi Paesi del mondo. Secondo le previsioni degli esperti, saranno necessari molti anni (probabilmente fino al 2045, stando all’algoritmo matematico impiegato per fare una stima) per debellare definitivamente la malattia, se l’obbligo vaccinale resta confinato solo alla popolazione infantile, come prevede l’attuale normativa del nostro Paese.
La situazione in Italia
Secondo quanto riporta una ricerca della Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, dell’Università Bocconi di Milano e della Northeastern University di Boston pubblicata sulla rivista scientifica eLife, se l’obbligo vaccinale fosse esteso anche alla fascia adulta, sottoponendo alla procedura anche le persone che non hanno mai contratto la patologia, i tempi si accorcerebbero e potremmo dire addio al morbillo in tempi più vicini. Secondo questi calcoli, l’Italia potrebbe essere libera dal rischio tra il 2030 e il 2040.
Accorciare i tempi
In Italia la maggior parte dei casi di contagio riguarda la popolazione adulta, così come accade negli altri Paesi sviluppati. Questo è dovuto anche al fatto che la procedura di richiamo vaccinale è riservata a bambini e adolescenti: in questo modo un’ampia parte della popolazione che non aveva ricevuto la protezione vaccinale in passato rischia di ammalarsi.
L’anno scorso casi raddoppiati
Oltre all’estensione dell’obbligo vaccinale anche alla popolazione adulta, altre direttive sarebbero perseguibili, ma occorre verificare con adeguati riscontri la sostenibilità politica ed economica di queste soluzioni. Nel 2018, nel mondo, sono stati segnalati quasi 350.000 casi di morbillo, più che raddoppiati rispetto al 2017. Le epidemie che colpiscono ancora oggi alcuni Paesi rivelano importanti lacune nella copertura dei vaccini. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unicef, 20 milioni di bambini in tutto il mondo – più di uno su 10 – non hanno ricevuto i vaccini salvavita contro il morbillo, la difterite e il tetano nel 2018. Per proteggere tutta la popolazione mondiale dall’insorgenza di malattie prevedibili con i vaccini è necessaria una copertura vaccinale del 95% a livello globale, concludono gli esperti.