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Conosciuta anche come malattia del bacio perché si trasmette tramite la saliva, la mononucleosi è una forma infettiva virale che si presenta con una certa frequenza nei bambini e negli adolescenti. In genere dà sintomi lievi e in alcuni casi risulta addirittura asintomatica.
Febbriciattola e malessere generalizzato, mal di gola e linfonodi ingrossati a livello di collo, ascelle e inguine sono i sintomi più comuni ai quali spesso si accompagnano perdita di appetito e stanchezza. Mentre la sintomatologia più evidente scompare in genere da sola nell’arco di poche settimane, la debolezza può permanere anche per mesi.
Questo in genere preoccupa i genitori che possono in ogni caso stare tranquilli dal momento che la mononucleosi nei bambini raramente dà complicanze. Meglio in ogni caso parlarne al pediatra e tenere i piccoli a riposo soprattutto se la milza è ingrossata perché è proprio la rottura di questo organo la complicanza più temibile dell’infezione.
Sintomi
La mononucleosi è un’infezione causata da alcuni ceppi virali in particolare dal virus Epstein-Barr che appartiene alla famiglia degli herpes, i virus che provocano anche la varicella, l’herpes labiale, quello genitale e il fuoco di Sant’Antonio. Può essere dovuta anche al citomegalovirus. In ogni caso non provoca in genere una sintomatologia grave: molti bambini, infatti, vengono a contatto con il virus senza manifestazioni evidenti.
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi, i più frequenti sono:
- ingrossamento dei linfonodi a livelli del collo, delle ascelle e dell’inguine. L’ingrossamento spesso doloroso dei linfonodi del collo può rendere difficoltoso deglutire
- mal di gola dovuto al fatto che le tonsille si infiammano e si ingrossano. Spesso sono presenti placche di colore bianco-giallastro. Anche questo sintomo può rendere difficile la deglutizione
- febbre in genere piuttosto bassa
- fegato e milza ingrossati
- dolori articolari diffusi
- mal di testa
- comparsa di un esantema o di un rash cutaneo con caratteristiche simili al morbillo
- nei bambini più piccoli, sotto i cinque anni, si può presentare un gonfiore alle palpebre
- inappetenza
- stanchezza e debolezza che possono protrarsi anche molto a lungo
Trattandosi di sintomi piuttosto generici, può non essere facile diagnosticare la mononucleosi. Nel caso si sospetti un possibile contagio, il pediatra, oltre a un esame dei sintomi clinici visibili, può procedere richiedendo esami del sangue specifici.
In particolare, serve fare un emocromo utile per registrare un eventuale aumento dei globuli bianchi, segnale della presenza di un fenomeno infettivo in atto, controllare i valori delle transaminasi che, se alti, possono indicare un’infiammazione al fegato dovuta al virus e procedere alla ricerca degli anticorpi diretti contro il virus Epstein-Barr.
Contagio
Si calcola che il 90% della popolazione sia entrata in contatto con il virus che causa la mononucleosi almeno una volta nella vita. Questo perché il virus ha una rapida diffusione attraverso la saliva. Può essere trasmesso da un soggetto all’altro tramite un contatto diretto con la saliva, ad esempio, con un bacio ma anche in modo indiretto tramite le goccioline disperse nell’aria dai colpi di tosse e dagli starnuti.
Basta poi toccare o avvicinare alla bocca oggetti contaminati dal virus per ammalarsi e questo spiega perché la mononucleosi sia così diffusa tra i bimbi piccoli che tendono a portare tutto alla bocca come strumento di conoscenza del mondo esterno. Per questo si consiglia di fare attenzione qualora in famiglia sia presente un soggetto ammalato a non scambiare posate, bicchieri, non condividere cibo o bevande; nel caso di bambini meglio disinfettare tutto quanto possa essere portato alla bocca e diventare veicolo di contagio.
Quanto dura
La mononucleosi ha un lungo periodo di incubazione che nei bambini si limita a 10-15 giorni ma può arrivare anche a 50 negli adulti. I sintomi rientrano in genere in un arco di tempo che varia dagli otto ai quindici giorni senza necessità di assumere farmaci, se non quelli che servono per tenere sotto controllo febbre e dolori di vario genere.
Durante il decorso della malattia è comunque importante che i bambini bevano molto e rimangano il più possibile a riposo anche per non peggiorare la condizione di stanchezza. Debolezza e mancanza di appetito sono in genere i sintomi che possono durare più a lungo, anche per un paio di mesi. Può essere utile in questi casi chiedere consiglio al pediatra perché prescriva un integratore ricostituente e al tempo stesso è bene cercare di proporre al piccolo pasti appetitosi e sostanziosi.
Occorre comunque armarsi di pazienza: la mononucleosi spesso spaventa i genitori proprio per il prolungarsi della sintomatologia che a volte sembra regredire per poi ricomparire di nuovo, magari con maggior intensità. Questo alternarsi di fasi dove il bimbo sta meglio e torna poi a peggiorare non sono il segnale di una reinfezione bensì del fatto che il virus della mononucleosi non è stato ancora del tutto debellato dall’organismo.
In tutti i casi è sempre opportuno non ricorrere al fai da te magari somministrando antibiotici che sono del tutto inutili in caso di infezioni virali: il consulto con il pediatra è sempre il miglior supporto a cui ricorrere qualora la malattia si prolunghi per molto tempo.
Quando bisogna preoccuparsi
E’ difficile che la mononucleosi generi complicanze gravi tali da suscitare ansia e preoccupazione. In ogni caso è sempre bene che i genitori tengano sotto controllo la situazione monitorando in particolare alcune condizioni che possono risultare problematiche. In alcuni casi, ad esempio, l’ingrossamento delle tonsille può essere tale da causare difficoltà respiratorie che vanno immediatamente segnalate al pediatra perché possa procedere con la prescrizione di una terapia in genere a base di cortisone.
L’allarme maggiore riguarda l’eventuale interessamento della milza: una delle complicanze può pericolose della mononucleosi riguarda la rottura di questo organo dovuta proprio al suo ingrossamento. Ecco perché è bene che, in caso di mononucleosi e in modo particolare in presenza di un ingrossamento della milza, i bambini restino il più possibile a riposo. Vanno evitate soprattutto le attività sportive dove ci possa essere il rischio di ricevere colpi nella zona dell’addome.
In breve
Patologia infettiva che si trasmette con la saliva, la mononucleosi si manifesta con sintomi lievi che spesso si prolungano nel tempo preoccupando i genitori. In realtà la malattia raramente presenta complicanze: regredisce da sola, anche se può lasciare come strascico stanchezza e inappetenza.