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Malattia di natura prevalentemente infettiva, la meningoencefalite nei bambini può presentarsi in diverse forme. Che sia virale, batterica, derivata da un herpes o un fungo, si manifesta con i sintomi tipici dell’influenza e quando colpisce i più piccoli necessita di uno specifico percorso terapeutico per essere debellata, scongiurando così serissime conseguenze sulla salute del paziente.
Che cos’è la meningoencefalite
La denominazione meningoencefalite deriva dal fatto che si tratta di una infiammazione del sistema nervoso centrale che intacca i tessuti cerebrali (encefalite) e le meningi (sistema di membrane posto nel cranio e nel canale rachidiano e che riveste e protegge il sistema nervoso centrale a livello encefalico e di midollo spinale). L’incidenza è maggiore nei bambini di età inferiore ai quattro anni, con picchi prima dell’anno di vita, e negli adolescenti.
Le cause della meningoencefalite nei bambini
Come detto, a provocare una meningoencefalite nei bambini possono essere diversi fattori, che possono avere decorso alquanto differenti. La forma più comune è quella parotitica, degli orecchioni insomma, con il virus che li provoca a raggiungere il sistema nervoso. Può scatenarsi in ogni fase della malattia (prima durante o dopo) e dura giusto qualche giorno.
La forma batterica della meningoencefalite colpisce soprattutto i soggetti immunocompromessi ed è comunemente causata da batteri quali Neisseria meningitidis, Streptococcus pneumoniae e Haemophilus influenzae, tipici delle infezioni infantili. In particolare, quella derivata da Neisseria meningitidis è tra le più pericolose, arrivando anche a mettere a repentaglio la vita stessa del paziente.
Ma la meningoencefalite può essere anche di natura virale e avere nei fattori scatenanti i virus contagiosi del morbillo, dell’herpes (Enterovirus Herpes simplex o Virus Epstein-Barr), della varicella, o dell’HIV. Al tempo stesso, la patologia può essere originata dalla puntura di una zanzara o di una zecca (Tick Borne Encephalitis), o da un fungo particolarmente invasivo con le persone immunocompromesse. Infine, in rari casi, la patologia può essere amebica primitiva, veicolata cioè da protozoi con cui si entra in contatto attraverso alimenti o acqua contaminati.
Sintomi della meningoencefalite
Nelle prime fasi della malattia, i sintomi della meningoencefalite sono spesso sovrapponibili a quelli di un’influenza, con febbre, disturbi gastrointestinali e, nei bambini, pianto continuo e senza apparente motivo e irritabilità. Nei più piccoli, può essere poco evidente e si manifesta con inappetenza, irritabilità e febbre lieve.
A queste sintomatologie, che si presentano generalmente qualche giorno dopo essersi ammalati, si associano poi – specie nei bambini più grandi – difficoltà di linguaggio, torcicollo, rigidità nucale, inappetenza, labirintite, fotofobia ed eruzioni violacee sulla cute, tipiche di meningoencefalite meningococcica. Come sottolineato dalla Società Italiana di Pediatria, nei più piccoli è possibile anche registrare un rigonfiamento della fontanella bregmatica.
Con il progredire della malattia, i pazienti possono accusare contrazioni involontarie dei muscoli (mialgie), crisi epilettiche, convulsioni, svenimenti, letargia, o funzionalità neurologiche alterate. Al contempo, la febbre si alza e anche il normale comportamento viene alternato, con non poco frequenti improvvisi scatti di rabbia e alterazioni dello stato di coscienza.
Diagnosi della meningoencefalite
Rivolgersi al medico in modo tempestivo è fondamentale per avviare le pratiche diagnostiche e prendere in tempo le giuste contromisure. La diagnosi, specie nei più piccoli non è sempre semplice o immediata. La puntura lombare è il principale mezzo diagnostico. Il percorso di indagine prevede comunque esami specifici, a partire da risonanza magnetica, elettroencefalografia e analisi delle urine e del sangue.
Conseguenze e cura della meningoencefalite
Come detto, la meningoencefalite – specie quella batterica – può condurre a complicazioni importanti. I pazienti possono, infatti, sviluppare epilessia, perdere l’udito o la vista. Nei casi più gravi, si arriva anche a danni cerebrali e cognitivi permanenti e al decesso. La risposta infiammatoria porta spesso a ipotensione, tachicardia e respiro affannoso. In rari casi, si registra anche ipotermia. A questo si aggiungono complicanze gravissime, come emorragia delle ghiandole surrenali.
Le cure devono essere tempestive e passano necessariamente dalla natura della patologia, con antibiotici in caso di infezione batterica e antivirali per contrastare le forme virali di meningoencefalite. Nei casi più acuti può essere necessario il ricovero in terapia intensiva o in rianimazione.
Per ridurre sensibilmente i rischi che i bambini contraggano meningoencefalite è indispensabile sottoporre i piccoli ai vaccini dell’età pediatrica raccomandati dal Servizio sanitario nazionale. Il vaccino è, infatti, l’unico strumento di prevenzione efficace e sicuro. Tra i trattamenti immunitari fondamentali quelli contro il morbillo e la parotite, ovviamente, ma anche quelli contro la varicella, il meningococco, la rosolia, lo pneumococco e quello specialistico contro la meningite (Haemophilus Influenzae di tipo B).
Fonti / Bibliografia
- Meningite batterica - Ospedale Pediatrico Bambino GesùIl vaccino è l'unico strumento sicuro, efficace e disponibile per prevenire questa malattia infettiva potenzialmente mortale
- Le 10 cose da sapere sulla meningite in età pediatrica - Società Italiana di PediatriaMeningite acuta nel bambino. Cos'è? Quali sono i sintomi e come si cura?