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Le malattie reumatiche colpiscono oltre 3,5 milioni di donne in Italia. Si tratta di patologie spesso molto gravi e invalidanti ed è per questo motivo che la Società italiana di reumatologia (Sir), di concerto con l’Istituto superiore di sanità (Iss), ha lanciato l’allarme e avviato un protocollo sia per la prevenzione delle malattie reumatiche sia per l’informazione di medici e pazienti. Occorre, infatti, avviare studi scientifici e attività formativa specifica per i medici di medicina generale.
Il triplo degli uomini
Le donne sembrano essere maggiormente esposte al rischio di malattie reumatiche. Basti pensare che la sola artrite reumatoide colpisce tre volte più di frequente le donne rispetto agli uomini, spiega Angela Tincani del Sir. Ma spesso chi soffre di malattie reumatiche fatica a trovare risposte univoche e soluzioni concrete al problema.
Informazione e ricerca
Tra i progetti legati al protocollo si ascrive tutta una serie iniziative che comprendono corsi di aggiornamento destinati ai medici di famiglia e la divulgazione di materiale informativo per le famiglie. Un primo fondamentale passo sarà da compiere proprio in ambito medico. Attraverso la ricerca si cercherà di valutare le risposte dei farmaci, in relazione al sesso del paziente. In tema di malattie reumatiche, i medici dovranno quindi essere istruiti ad agire in maniera differente in base al paziente che si trovano di fronte. A partire proprio dal genere.
Perché le donne si ammalano di più
“Gli addetti ai lavori non devono trascurare alcuni significanti fattori – prosegue Tincani -. Con pazienti donna entrano in gioco variabili che potrebbero concorrere a una maggiore predisposizione alle malattie reumatiche. Rientrano in questa lista fattori come l’utilizzo di contraccettivi, la menopausa, i tumori prettamente femminili. Le donne insomma sono più esposte alle malattie reumatiche per via di una peculiare predisposizione genetica e ormonale che provoca risposte autoimmuni più aggressive.