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Torna il rischio listeriosi: a lanciare l’allarme è la Spagna che parla di emergenza mondiale e rischio epidemia a causa di carne di maiale venduta confezionata. L’anno scorso l’allarme era scattato in Europa e anche nel nostro Paese dopo che alcuni lotti di salmone erano stati ritirati dai banchi dei supermercati perché risultati contaminati. Anche per questo occorre sempre molta attenzione a ciò che si mangia sempre e soprattutto nei nove mesi, limitando il consumo degli alimenti a rischio. Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) la listeriosi è una malattia preoccupante dato l’alto tasso di mortalità cui si associa ma anche abbastanza rara. La listeriosi tende a colpire soprattutto soggetti immunodepressi, contraddistinti cioè da una sistema di difesa naturale più debole, come gli anziani, le persone affette da malattie quali linfomi, diabete mellito o cardiovasculopatie, e le donne in gravidanza.
Più frequente nei nove mesi
Ciò dipende dal fatto che durante la gravidanza si verificano cambiamenti ormonali che rendono il sistema immunitario della futura mamma più suscettibile a questo tipo di infezione come è dimostrato dai dati raccolti in merito dal Cdc americano (Centre for desease control and prevention), in base ai quali le donne in attesa hanno una percentuale di probabilità di venire contagiate circa 20 volte superiore rispetto agli adulti in condizioni normali.
I rischi per il piccolo
Il pericolo maggiore associato alla listeriosi in gravidanza è rappresentato dalla possibilità che l’infezione venga trasmessa al feto o al neonato. Nel primo caso il contagio si verifica tramite la placenta e si associa a un elevato rischio di aborto o di parto pretermine. Nel secondo caso, invece, la malattia viene trasmessa al bambino durante il parto, determinando seri problemi di salute per il piccolo (quali polmonite, lesioni cutanee, congiuntivite purulenta, ascessi, meningite).
Sembra un’influenza
Negli adulti in buona salute questa malattia si manifesta in genere attraverso sintomi simili a quelli di una comune influenza (quali febbre o disturbi gastrointestinali) solo in rari casi associati alla comparsa di papule sulla pelle. Se ad ammalarsi è un soggetto immunodepresso, invece, la listeriosi può evolvere in disturbi anche molto gravi come la meningite, la setticemia, infezioni polmonari, epatiti e artriti. Infine, se ad essere contagiata dall’infezione è una donna incinta, l’intensità e i sintomi possono essere variabili e risultare, come nei soggetti adulti sani, di tipo influenzale oppure, laddove la malattia si diffonda a livello del sistema nervoso, comportare mal di testa, perdita di equilibrio e stato confusionale. In molti casi, invece, la futura mamma non si accorge nemmeno di avere contratto l’infezione, in quanto i suoi sintomi possono essere anche molto leggeri o manifestarsi giorni o anche settimane dopo il contagio, il che rende difficile effettuare una diagnosi in tempi utili. Si cura con gli antibiotici.