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La listeriosi in gravidanza è un’infezione che potrebbe causare problemi alla donna in attesa e al feto. Fa parte delle Mta, ossia delle malattie a trasmissione alimentare che si possono contrarre dai cibi o da superfici contaminate e strumenti venuti a contatto con il microrganismo responsabile. “Di listeriosi in gravidanza si parla poco, purtroppo, rispetto per esempio alla salmonellosi e ad altre intossicazioni alimentari”, avverte il professor Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva – Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio. “Esistono anche poche indicazioni precise su come riconoscerla e sull’importanza della prevenzione”. Ecco perché è bene non sottovalutarla.
Sintomi listeriosi
La listeriosi in gravidanza può essere difficile da individuare perché i sintomi che compaiono sono vaghi e, a volte, vengono scambiati per malesseri legati a una forma di tipo influenzale. Non è invece affatto improbabile che si tratti di questa malattia: secondo gli esperti, la possibilità che una donna contragga la listeriosi in gravidanza è di circa venti volte superiore rispetto ad altri momenti della vita. Questo succede a causa di un temporaneo abbassamento delle difese naturali dell’organismo. Solitamente la donna è soggetta a:
- febbre
- dolori muscolari
- diarrea
- disturbi allo stomaco.
Se viene trascurata, la listeriosi in gravidanza si può diffondere al sistema nervoso. In questo caso compaiono sintomi come:
- torcicollo
- mal di testa
- perdita di equilibrio.
In qualche caso, la listeriosi può portare a forme di meningite e predisporre al rischio di un’interruzione di gravidanza.
Questa infezione va curata, per evitare che si trasmetta al feto. Anche i neonati possono contrarre la malattia, che si trasmette durante le ultime settimane di gravidanza, attraverso la placenta, oppure al momento del parto. Nel neonato la listeriosi si manifesta con colorito bluastro della pelle, difficoltà di respirazione, insufficienza cardiaca e può assumere un decorso molto serio, portando a forme di meningite.
Le cause della listeriosi
La listeriosi è causata dalla listeria monocytogenes, un batterio presente nel terreno, nel terriccio per piante, nel concime, nelle acque di scolo, nei fiumi, laghi e canali. È possibile trovarla nei vegetali crudi, se questi sono stati coltivali in terreni contaminati o sono stati innaffiati con acqua che conteneva il batterio.
Diffusa anche nel mondo animale, la listeria è presente nell’intestino di animali domestici e selvatici, come polli, ovini, bovini. Proprio a causa della sua diffusione, sono molti gli alimenti che possono contenere la listeria: carne ovina e bovina, pollame, latte e formaggi, uova. Il batterio non provoca problemi a tutte le persone con cui viene in contatto: le persone con un sistema immunitario efficiente, non hanno quasi mai problemi dovuti a questo germe. Possono essere soggette a listeriosi le persone con difese meno forti, come le donne in gravidanza e i neonati.
Quali rischi si corrono
L’infezione contratta in gravidanza, come abbiamo visto, può degenerare fino a complicanze neurologiche, se trascurata. Le conseguenze più serie di una listeriosi in gravidanza non curata possono verificarsi nel feto e nel neonato. Ecco perché qualsiasi sintomo sospetto va segnalato al ginecologo. L’infezione in gestazione può portare a parto prematuro, aborto spontaneo, morte del neonato.
La listeriosi perinatale, ossia contratta dal neonato (perché la madre non è stata curata adeguatamente) è una malattia seria, che può causare decesso, idrocefalia o ritardi neuromotori. Quella ad esordio precoce, che si presenta nei neonati infettati in utero, può causare disturbi respiratori e circolatori. La listeriosi neonatale ad inizio tardivo si presenta dopo alcune settimane dal parto in neonati sani e dà luogo a forme serie di meningite.
Lista alimenti da evitare per la listeriosi
È possibile trovare la listeria in diversi alimenti. Per ridurre il rischio di ammalarsi è importante sapere quali sono ed evitarli. Ecco i più comuni.
- Cibi pronti: possono contenere la listeria, che viene eliminata solo con la cottura.
- Hot dog, salsicce e simili: vanno consumati solo se fatti riscaldare bene, fino a quando diventano bollenti ed emettono fumo, perché il calore uccide il batterio.
- Formaggi a pasta molle (tipo Brie) o con venature bluastre (come il Roquefort): vanno evitati perché sono poco acidi, quindi facile preda della listeria. Non hanno invece problemi i formaggi stagionati o quelli freschi (tipo mozzarella) o i formaggini.
- Latte crudo: si può bere solo quello pastorizzato, perché la pastorizzazione uccide il batterio.
- Pesce affumicato: può contenere il germe. È concesso solo se fa parte di un piatto che poi va cotto.
Le cure per la listeriosi in gravidanza
Le conseguenze dell’infezione da listeria possono anche essere serie, ma non devono spaventare perché i problemi insorgono soprattutto quando i disturbi vengono trascurati. Cosa fare, quindi, se si pensa di essere state contagiate in gravidanza? “Prima di tutto, ci si deve rivolgere al medico per la diagnosi e un’eventuale analisi del sangue, finalizzata alla ricerca del batterio nel sangue” aggiunge il professor Pregliasco. “Se l’esito dell’esame è positivo, la cura con gli antibiotici giusti, da seguire per otto-dieci giorni, può risolvere la situazione”.
Le 7 regole per evitare la listeriosi in gravidanza
Oltre alle cure da seguire una volta contratta la malattia, è fondamentale adottare semplici regole igieniche in casa, per evitare di ammalarsi.
- Pulire regolarmente il frigorifero almeno una volta alla settimana con aceto, una sostanza che svolge un’azione potente contro la listeria. Mantenere all’interno una bassa temperatura.
- Lavare accuratamente la verdura e sbucciare la frutta.
- Curare l’igiene in cucina, lavando bene le superfici su cui sono stati appoggiati cibi crudi.
- Lavare ad almeno 60°C le posate, le pentole e i contenitori usati per cucinare.
- Consumare sempre le carni ben cotte.
- Riscaldare gli avanzi fino a quando sono ben fumanti prima di consumarli.
- Far raffreddare i piatti che si cucinano e riporli il più presto possibile in frigorifero.
In copertina foto di Amina Filkins via Pexels.com