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Ipertensione, artrite, artrosi e allergie sono patologie croniche con cui oggi sono costretti a convivere ben 24 milioni di italiani. Stando alle ultime analisi dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, nei prossimi dieci anni il numero di italiani colpiti da una o più patologie croniche è destinato a crescere di un milione. Il problema maggiore riguarda però la risposta della sanità pubblica che, in alcune zone del nostro Paese, non riesce ad assicurare un adeguato sostegno.
Assistenza quotidiana per molti ma non per tutti
Come sottolineato dal direttore dell’Osservasalute, Walter Ricciardi, l’aumento di italiani colpiti da patologie croniche impone, nei prossimi anni, una riorganizzazione mirata dell’assistenza sanitaria pubblica e un’attenta valutazione circa la ridistribuzione dei fondi. Questa crescita ha, infatti, un impatto non irrilevante sulla spesa sanitaria. Assicurare assistenza continuativa e nella quotidianità anche fuori dagli ospedali è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei malati cronici.
L’importanza della prevenzione
Il risvolto positivo di questo aumento di patologie croniche è da rintracciare nella qualità del nostro Servizio sanitario nazionale. Negli ultimi dodici anni, infatti, si è riusciti a ridurre il tasso di mortalità precoce di circa il 20%. Un dato che, a maggior ragione, impone di garantire un’assistenza mirata e continuativa ai chi soffre di queste patologie. Il primo passo – sottolinea Ricciardi – deve essere la prevenzione, per istruire i cittadini sui corretti stili di vita e sulle modalità di prevenzione. Anche perché il modo di affrontare questo tipo di patologie subisce, e spesso allarga, le diseguaglianze territoriali, culturali e socio economiche tipiche del nostro Paese.
Diseguaglianze territoriali
Analizzando i dati regione per regione, si scopre come la territorialità sia un fattore effettivamente rilevante. I comuni sotto i duemila abitanti sono i più colpiti da patologie croniche (45%), mentre le allergie colpiscono maggiormente nelle periferie delle città medio-grandi. Altre patologie croniche rilevanti sono: artrosi e artrite, diabete, ipertensione, disturbi nervosi, problemi cardiaci, osteoporosi, bronchite e ulcera.
Donne più colpite
Differenze si riscontrano anche nel genere. Uomini e donne non sono uguali. Le patologie croniche colpiscono, infatti, il 42,6% delle donne, contro il 37% degli uomini. La forbice si allarga quando le patologie sono più di una: 25% delle donne e il 17% degli uomini. Le donne soffrono inoltre maggiormente di artrosi, artrite e osteoporosi. Il trend si inverte in tema di ipertensione che, negli uomini tra i 45 e i 54 anni, è di circa tre punti percentuali più probabile.
Fattori culturali
Anche lavoro e livello culturale incidono sulla salute. Disoccupati e lavoratori autonomi sono tra i soggetti più sensibili. Artrosi, artrite e disturbi nervosi colpiscono maggiormente i primi, l’ipertensione i secondi. Infine, le patologie croniche interessano maggiormente chi ha un livello di istruzione più basso. Tra i 45 e i 64 anni, è malato il 50% di chi ha una licenza elementare o nessun titolo di studio, il 46,1% dei diplomati e il 41,3% di chi possiede almeno una laurea.
Fonti / Bibliografia
- Rapporto Osservasalute 2019 | Osservatorio sulla SaluteOsservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane