Le patologie croniche affliggono 24 milioni di italiani

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 25/09/2020 Aggiornato il 25/09/2020

E tra dieci anni gli italiani costretti a convivere con patologie croniche saranno un milione in più. Ipertensione, artrite, artrosi e allergie sono in crescita. Occorrerà rivedere la sanità pubblica e assicurare assistenza anche nelle zone del nostro Paese oggi più deboli

Le patologie croniche affliggono 24 milioni di italiani

Ipertensione, artrite, artrosi e allergie sono patologie croniche con cui oggi sono costretti a convivere ben 24 milioni di italiani. Stando alle ultime analisi dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, nei prossimi dieci anni il numero di italiani colpiti da una o più patologie croniche è destinato a crescere di un milione. Il problema maggiore riguarda però la risposta della sanità pubblica che, in alcune zone del nostro Paese, non riesce ad assicurare un adeguato sostegno.

Assistenza quotidiana per molti ma non per tutti

Come sottolineato dal direttore dell’Osservasalute, Walter Ricciardi, l’aumento di italiani colpiti da patologie croniche impone, nei prossimi anni, una riorganizzazione mirata dell’assistenza sanitaria pubblica e un’attenta valutazione circa la ridistribuzione dei fondi. Questa crescita ha, infatti, un impatto non irrilevante sulla spesa sanitaria. Assicurare assistenza continuativa e nella quotidianità anche fuori dagli ospedali è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei malati cronici.

L’importanza della prevenzione

Il risvolto positivo di questo aumento di patologie croniche è da rintracciare nella qualità del nostro Servizio sanitario nazionale. Negli ultimi dodici anni, infatti, si è riusciti a ridurre il tasso di mortalità precoce di circa il 20%. Un dato che, a maggior ragione, impone di garantire un’assistenza mirata e continuativa ai chi soffre di queste patologie. Il primo passo – sottolinea Ricciardi – deve essere la prevenzione, per istruire i cittadini sui corretti stili di vita e sulle modalità di prevenzione. Anche perché il modo di affrontare questo tipo di patologie subisce, e spesso allarga, le diseguaglianze territoriali, culturali e socio economiche tipiche del nostro Paese.

Diseguaglianze territoriali

Analizzando i dati regione per regione, si scopre come la territorialità sia un fattore effettivamente rilevante. I comuni sotto i duemila abitanti sono i più colpiti da patologie croniche (45%), mentre le allergie colpiscono maggiormente nelle periferie delle città medio-grandi. Altre patologie croniche rilevanti sono: artrosi e artrite, diabete, ipertensione, disturbi nervosi, problemi cardiaci, osteoporosi, bronchite e ulcera.

Donne più colpite

Differenze si riscontrano anche nel genere. Uomini e donne non sono uguali. Le patologie croniche colpiscono, infatti, il 42,6% delle donne, contro il 37% degli uomini. La forbice si allarga quando le patologie sono più di una: 25% delle donne e il 17% degli uomini. Le donne soffrono inoltre maggiormente di artrosi, artrite e osteoporosi. Il trend si inverte in tema di ipertensione che, negli uomini tra i 45 e i 54 anni, è di circa tre punti percentuali più probabile.

Fattori culturali

Anche lavoro e livello culturale incidono sulla salute. Disoccupati e lavoratori autonomi sono tra i soggetti più sensibili. Artrosi, artrite e disturbi nervosi colpiscono maggiormente i primi, l’ipertensione i secondi. Infine, le patologie croniche interessano maggiormente chi ha un livello di istruzione più basso. Tra i 45 e i 64 anni, è malato il 50% di chi ha una licenza elementare o nessun titolo di studio, il 46,1% dei diplomati e il 41,3% di chi possiede almeno una laurea.

 

 

 
 
 

Da sapere!

L’aumento dell’aspettativa di vita e il buon lavoro svolto dal Sistema sanitario nazionale portano a un aumento delle malattie croniche. Se oggi la spesa per far fronte a queste patologie si assesta intorno ai 66 miliardi, entro il 2028 i costi saliranno fino a oltre 70 miliardi di euro annui.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Referto dell’ecografia morfologica: come capire se c’è qualcosa che non va?

28/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se il medico che effettua l'ecografia morfologica non rileva anomalie, non ha senso arrovellarsi sul referto. Se ci fosse stato qualcosa che non va sarebbe stato comunicato. In Inghilterra non vengono rilasciati alle pazienti i risultati degli esami proprio per evitare preoccupazioni inutili a chi non...  »

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Fai la tua domanda agli specialisti