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L’influenza australiana è una malattia virale delle vie respiratorie con sintomi simili a quelli delle altre infezioni di tipo influenzale. Presenta febbre, dolori, tosse e raffreddore. Non comporta rischi particolari, tranne che per i bambini molto piccoli e per le persone che presentano già altre malattie. Ma vediamo in che cosa consiste l’influenza australiana e come la si può affrontare.
Sintomi dell’influenza australiana
L’influenza australiana o variante australiana è causata dal sottotipo H3N2 del virus dell’influenza A ed è ritenuta un po’ più aggressiva. “Si tratta dell’influenza che si è manifestata nell’emisfero australe nei mesi invernali, i cui primi casi sono stati isolati in Italia a novembre” spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. “I sintomi sono simili a quelli di altre sindromi da raffreddamento o di tipo influenzale”. Possono quindi comparire:
- febbre anche elevata (oltre i 38.5 gradi)
- mal di testa
- mal di gola
- tosse
- raffreddore
- dolori muscolari e articolari
- spossatezza
Nel caso dei bambini piccoli, di età inferiore ai due anni, possono comparire anche disturbi gastrointestinali, come diarrea e vomito.
Quanto dura
L’influenza australiana ha una durata simile a quella delle altre forme influenzali, quindi tra la comparsa dei primi sintomi e la guarigione possono trascorrere circa 4-8 giorni. Nei bambini, il decorso può essere più lungo e arrivare anche a dieci giorni circa.
Tuttavia, con questa variante una persona è già contagiosa 36-48 prima di manifestare i sintomi: questa caratteristica contribuisce alla rapida diffusione del virus. Per questa ragione, se si sospetta di essere entrati in contatto con una persona affetta da influenza australiana, è opportuno limitare i contatti e usare la mascherina.
Il rischio di complicanze dell’influenza australiana
La variante australiana, se non affrontata in modo adeguato, può portare a complicanze come otiti e bronchiti. Rispetto all’influenza classica, sembra comportare un rischio più elevato di complicanze neurologiche, come per esempio la sindrome di Guillain Barrè, una malattie nervosa caratterizzata da dolore muscolare, paralisi e perdita della sensibilità. Può provocare encefaliti e meningoencefaliti, infiammazioni delle membrane che avvolgono il cervello.
Nei bambini può causare la comparsa di convulsioni febbrili, caratterizzate da spasmi intensi nei momenti in cui la febbre raggiunge una temperatura più elevata. Il coinvolgimento neurologico è dovuto al fatto che il virus dell’influenza australiana riesce a superare facilmente la barriera mucosa delle vie nasali, raggiungendo il cervello.
Le cure per l’influenza australiana
Se si prende l’influenza australiana, il trattamento è simile a quello delle altre sindromi para-influenzali. Vediamo nel dettaglio.
- La febbre si può controllare assumendo paracetamolo, una molecola adatta anche ai bambini piccoli e che fa parte dei farmaci ammessi per le donne in gravidanza.
- Contro i dolori, ma con un effetto anche antipiretico, si possono assumere anche alcuni Fans, ossia farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene e il ketoprofene. L’ibuprofene esiste anche in formulazione pediatrica e non va assunto insieme con il paracetamolo. Per conoscere le dosi corrette è sempre opportuno parlare con il pediatra.
- Le vie respiratorie possono essere mantenute libere con l’utilizzo di soluzioni a base di acqua marina o termale, oppure con soluzione fisiologica. La pulizia delle narici favorisce la rimozione del muco in eccesso, quindi aiuta anche a prevenire otite e bronchite.
- La tosse non va calmata a tutti i costi perché è un tentativo da parte dell’organismo di espellere il virus. Di conseguenza è opportuno alleviare il prurito e il fastidio alla gola proponendo liquidi caldi, che svolgono un effetto calmante sulle mucose irritate.
- La persona che ha contratto l’influenza australiana dovrebbe rimanere a riposo, a letto oppure sul divano, per tutto il tempo necessario, dormendo ogni volta che ne avverte la necessità. Il sonno infatti aiuta l’organismo a reagisce all’infezione con le proprie difese naturali.
Vaccino: sì o no?
“Gli effetti dell’influenza australiana si stanno sommando a quelli degli altri virus che caratterizzano la stagione in corso e non sempre è semplice distinguere i sintomi dell’una o dell’altra infezione” aggiunge il professor Pregliasco. “Infatti stanno ancora circolando altri virus, per esempio l’Hmpv o il virus respiratorio sinciziale e contrarre più infezioni virali in un breve lasso di tempo può aumentare il rischio di complicanze e di ricoveri ospedalieri, soprattutto nei piccolissimi e nelle persone con malattie già presenti”.
Per questa ragione sarebbe opportuno approfittare della possibilità di ricorrere al vaccino antinfluenzale, che contiene gli antigeni anche contro l’influenza australiana. È un vaccino sicuro, che può causare un lieve rialzo febbrile e un po’ di nervosismo ma che protegge dalle complicanze. Per alcune categorie è gratuito, per esempio nel caso dei bambini tra 6 mesi e 6 anni. Il consiglio è sempre quello di parlarne con il pediatra.
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