Influenza australiana: 7 cose da sapere secondo Bassetti

Angela Bruno A cura di Angela Bruno, con la consulenza di Matteo Bassetti - Dottore specialista in Infettivologia Pubblicato il 22/01/2025 Aggiornato il 22/01/2025

Sintomi più pesanti del solito, febbre alta, durata più lunga, la variante del virus influenzale ha già costretto a letto molti italiani. Il parere dell'infettivologo Bassetti.

Influenza nei bambini: no ai farmaci inutili

L’influenza australiana 2025 è una variante causata dal virus l’H3N2, uno dei due facenti parte del gruppo A.

“L’influenza di quest’anno è stata erroneamente chiamata ‘australiana’. Perchè erroneamente? Perchè ogni anno dovrebbe chiamarsi ‘australiana’, perchè prima arriva in Australia, dove l’inverno è prima rispetto al nostro emisfero”, spiega l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova

Visto il notevole propagarsi del virus e l’aumento esponenziale dei casi nell’ultimo periodo, abbiamo pensato di sentire il parere di Matteo Bassetti che, nel video in fondo al nostro articolo, ci spiega quali sono le 7 cose da sapere su questa influenza 2025. 

Colpisce indistintamente sia adulti che bambini: il contagio sembra essere partito dai più piccoli che, una volta infetti, hanno poi contaminato genitori e familiari, permettendo alla malattia di diffondersi ampiamente anche nel resto della popolazione, portando in alto il numero dei casi.

Differenze con l’influenza degli anni passati 

I sintomi sono quelli tipici influenzali, ma sembrano essere un po’ più aggressivi rispetto alle varianti precedenti e di durata maggiore. L’influenza, da cui negli anni passati si guariva solitamente in pochi giorni, può ora arrivare ad avere un decorso più lungo, fino ad una settimana. L’infezione, che prevede febbre alta, che raggiunge anche i 39 – 40 gradi, può comprendere anche sintomi respiratori e disturbi intestinali, come dolori addominali e diarrea.

“Che cosa causa questa influenza? Una sintomatologia che dura normalmente qualche giorno in più del passato: normalmente l’influenza durava massimo 5 giorni, oggi arriva a durare anche una settimana con febbre anche molto elevata per tre-quattro giorni. Può esserci un interessamento delle vie respiratorie, quindi con tosse, mal di gola e anche, soprattutto nei bambini, mal di pancia con la diarrea”, spiega Bassetti.

Vietato l’abuso di farmaci e antibiotici 

Per curare l’influenza australiana è necessaria l’assunzione di farmaci antipiretici e medicinali sintomatici per contrastare il virus, che però vanno assunti senza eccessi e solo dopo aver consultato il pediatra o il medico curante, che saprà indicare la terapia più giusta da seguire a seconda dei casi.

“Per l’influenza è molto importante non abusare di farmaci ed evitare di usare antibiotici, che in questo caso non servono. Meglio utilizzare il paracetamolo per far scendere la febbre”, raccomanda Bassetti.

Un altro suggerimento dell’infettivologo è quello di assumere, se necessario, farmaci per curare i disturbi man mano che si presentano o, eventualmente, qualche integratore alimentare utile per recuperare energie. 

Il video di Bassetti

 

In breve

L’infettivologo Matteo Bassetti spiega in questo video in cosa differisce l’influenza australiana da quella classica, in 7 punti. Sintomi più aggressivi, durata maggiore e ripresa lenta tra le caratteristiche tipiche del virus.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti