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La vaccinazione contro l’influenza è l’unica arma di prevenzione per evitare conseguenze, anche gravidanza, per la salute sia della futura mamma sia del bimbo in arrivo. Indipendentemente dal trimestre in cui si trova la gestazione: a spiegarlo è Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all’Università di Parma e presidente Waidid, l’Associazione Mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici, che sottolinea come l’immunizzazione in gravidanza contro l’influenza rappresenti l’unico accorgimento in grado di proteggere la futura mamma e il neonato fino a 6 mesi di età, quando potrà essere sottoposto egli stesso alla vaccinazione.
Future mamme a rischio per infezioni respiratorie
Una donna in dolce attesa se colpita dall’influenza anche in assenza di patologie sottostanti corre un rischio tre volte maggiore di contrarre un’infezione respiratoria come bronchite, polmonite virale e batterica in forma grave. In questo caso il rischio di ospedalizzazione è piuttosto elevato, e arriva a decuplicare nel caso in cui la donna soffra, per esempio, di asma. “La gravidanza comporta un adattamento del sistema immunitario e dell’apparato cardio-respiratorio della futura mamma che la rende maggiormente esposta al rischio di andare incontro a complicanze in corso di influenza e di altre infezioni – spiega Esposito -. Per questo motivo la vaccinazione contro l’influenza diventa l’unico strumento di prevenzione”.
Influenza prima causa di ricovero tra i lattanti
Anche lo sviluppo del feto, nel caso in cui la mamma venga colpita dall’influenza, può essere messo a rischio: il rischio di morte fetale e di parto prematuro, per esempio, è da 2 a 4 volte più elevato, mentre il rischio di basso peso alla nascita raddoppia. Quanto ai neonati fino ai sei mesi di età direttamente colpiti dall’influenza, quest’ultima rappresenta la prima causa di ospedalizzazione. Ogni anno nel mondo si registrano 270 mila ricoveri ospedalieri.
Sì anche nel primo trimestre
Se fino allo scorso anno in Italia la vaccinazione contro l’influenza era raccomandata solo nel secondo e nel terzo trimestre, oggi la somministrazione è prevista – in Italia e nel resto del mondo – anche nei primi tre mesi di gravidanza. “Si tratta di una svolta importante nella prevenzione di questo serio problema di sanità pubblica – continua Esposito – che ha l’obiettivo di garantire la massima protezione possibile alla mamma e al bambino fino ai sei mesi di età”.
Fonti / Bibliografia
- WAidid – World Association for Infectious Diseases and Immunological DisordersWAidid has social and philanthropic purposes and its mission is to promote scientific research and information with regard to infectious diseases and immunological disorders.