Argomenti trattati
Chi soffre di gengive infiammate non mette a rischio soltanto la salute della bocca. Gengivite e parodontite, infatti, sono associate a un maggior rischio di ictus e infarto. Per contro, i trattamenti odontoiatrici delle gengive possono aiutare a ridurre i rischi cardiovascolari. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Periodontology, condotto presso il Dental Technology Centre del Christian Hospital di Changhua, a Taiwan.
Lo studio su oltre 160.000 persone
Lo studio ha analizzato circa162mila individui affetti da gengive infiammate e parodontite che non avevano avuto in precedenza nessun “incidente” cardiovascolare (come infarto e ictus). Il campione è stato seguito nel tempo, registrando i casi di ictus e confrontando i dati in base al tipo di trattamento odontoiatrico seguito. Dalla ricerca è emerso che la pulizia profonda o il trattamento sotto-gengivale non chirurgico (‘Dental scaling’) su questi pazienti ha abbassato il rischio di ictus con una percentuale variabile a seconda della gravità del problema gengivale. Al contrario, l’estrazione di denti a causa della parodontite ha aumentato il rischio di ictus del 56%, risultato maggiore del 36% anche nei pazienti con parodontite non trattata.
Infezione da locale a generale
Spesso la gengivite è l’esordio di una patologia più complessa, la parodontite, causata dall’attacco di microrganismi batterici, che si depositano nel solco tra dente e gengiva formando la placca che favorisce la nascita di una tasca parodontale, cioè uno spazio dove si accumulano e proliferano i batteri. Questa infezione intacca la parte ossea, compromettendo la stabilità del dente, che comincia a “dondolare”. I batteri dalla bocca possono poi migrare in altre parte dell’organismo, provocando vari problemi.