Fuoco di Sant’Antonio: cos’è, sintomi e cause

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 31/05/2023 Aggiornato il 31/05/2023

Estremamente doloroso e fastidioso, il Fuoco di Sant’Antonio, o Herpes Zoster, si rivela anche contagioso. Scopriamone i sintomi, le cure e perché il vaccino è importante

Il Fuoco di Sant'Antonio è una malattia molto dolorosa. Per fortuna è possibile sottoporsi alla vaccinazione, gratuita dopo i 65 anni

Conosciuto come Fuoco di Sant’Antonio, l’Herpes Zoster è uno sfogo cutaneo causato dal medesimo virus – il Varicella-Zoster-Virus (VZV) – che, in età pediatrica, provoca la varicella.

Cos’è il Fuoco di Sant’Antonio e come si manifesta

Indicato anche dai medici con il nome di Fuoco di Sant’Antonio, l’Herpes Zoster si manifesta sottoforma di un’eruzione cutanea particolarmente dolorosa, generalmente su un unico lato del corpo per una durata media che va dalle due alle quattro settimane.  

L’infiammazione può presentarsi in qualunque parte del corpo, anche se solitamente è localizzata all’altezza dell’addome o del torace. Sottoforma di una placca ricoperta di vescicole, se dovesse interessare gli occhi, il Fuoco di Sant’Antonio richiede un trattamento tempestivo e mirato, così da scongiurare danni importanti alla vista. Estremamente fastidioso e in grado di provocare molto dolore, non mette comunque a repentaglio la vita del paziente.

Come riportato dall’ospedale Humanitas, si stima che circa il 90% degli italiani abbia contratto, almeno una volta nella  vita, e solitamente in età pediatrica, la varicella. La guarigione non elimina, però, il Varicella-Zoster-Virus dall’organismo. Il VZV, infatti, è in grado di preservarsi attivo nel tessuto nervoso e, nel 10% dei casi, di riattivarsi anche molti anni dopo, provocando appunto il Fuoco di Sant’Antonio. Il virus può, comunque, restare in stato dormiente per tutta la vita e, solo in rarissimi casi, manifestarsi in più di due occasioni.

Come si cura il Fuoco di Sant’Antonio

La prima causa scatenante del Fuoco di Sant’Antonio è un abbassamento improvviso delle difese immunitarie derivato da uno stato di stress, patologie del sistema immunitario, avanzare dell’età, somministrazione di farmaci o eccessiva esposizione al sole. Il decorso della malattia avviene in modo spontaneo, con il trattamento farmacologico che interviene esclusivamente per calmierare il dolore e il prurito con antivirali, antidolorifici e antinfiammatori.

Consigliato, inoltre, indossare vestiti larghi e in tessuto naturale e, ancora, fare un bagno con acqua fredda o applicare impacchi freschi. Importante, in ogni caso, tenere la zona infiammata sempre pulita e asciutta, così da ridurre al minimo il rischio di infezioni e scongiurare il rischio di incorrere in una nevralgia post-erpetica, capace di protrarre dolore e fastidio anche per mesi e senza alcuna lesione cutanea.

Sintomi del Fuoco di Sant’Antonio

Oltre alla manifestazione cutanea a placca allungata ricoperta da vescicole come quelle caratteristiche della varicella, il Fuoco di Sant’Antonio porta con sé dolore e bruciore acuti. Tra i sintomi rientrano, poi, mal di testa, stato febbrile, brividi, spossatezza e dolori allo stomaco.

La diagnosi passa, solitamente, da una semplice visita medica. È sufficiente, infatti, una valutazione visiva della zona interessata dallo sfogo per diagnosticare l’Herpes Zoster. Nei rari casi in cui la sintomatologia può risultare meno evidente, è necessario ricorrere a specifici esami del sangue o direttamente del liquido prelevato dalle vescicole.

Il Fuoco di Sant’Antonio è contagioso?

Chi ha il Fuoco di Sant’Antonio è contagioso e può, quindi, trasmettere il VZV a chi non lo ha mai contratto. La trasmissione avviene tramite contatto diretto con le vescicole aperte, che contengono il virus. Ovviamente, i soggetti a rischio sono quelli che, nella loro vita, non hanno mai contratto la varicella. Chi viene contagiato, infatti, non sviluppa il Fuoco di Sant’Antonio, ma la varicella.

Per scongiurare questo rischio, specie con l’avanzare dell’età, è consigliata la vaccinazione. Gratuito dopo i 65 anni, il vaccino è consigliato anche a chi ha avuto la varicella e permette di accrescere la risposta immunitaria al virus e ne limita la capacità di riattivazione. Dal 2017, inoltre, la vaccinazione contro la varicella è stata resa obbligatoria dal Piano Nazionale Vaccinale per i bambini, così da impedire il primo contatto con il VZV.

 

 

 
 
 

In sintesi

Il Fuoco di Sant’Antonio è un’erezione cutanea molto fastidiosa e dolorosa scatenata dal virus che provoca la varicella. Non ha solitamente gravi complicazioni e svanisce in 2-4 settimane, ma risulta contagioso ed estremamente fastidioso.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Gravidanza indietro di una settimana secondo l’ecografia: è brutto segno?

26/08/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La ridatazione ecografica della gravidanza è un'eventualità che di per sé non segnala che qualcosa non va. Spetta comunque al ginecologo che effettua l'ecografia fornire tutte le informazioni del caso.   »

Fai la tua domanda agli specialisti