Diagnosi della depressione: basterà un esame del sangue

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 28/08/2019 Aggiornato il 28/08/2019

Con un prelievo di sangue sarà possibile diagnosticare la depressione e personalizzare la terapia

Diagnosi della depressione: basterà un esame del sangue

Tra qualche anno sarà più facile fare la diagnosi della depressione: basterà un semplice esame del sangue. Non subito, però, ma tra 5 anni. E il test aiuterà anche a personalizzare la diagnosi e quindi i trattamenti, nonché a svelare chi è più a rischio di manifestare la malattia.

Alla ricerca dei marcatori

Lo sostengono Dario Aspesi e Graziano Pinna della University of Illinois at Chicago, in un lavoro  pubblicato sulla rivista Expert Reviews of Proteomics e presentato a Dallas in occasione della XIII conferenza dei ricercatori italiani nel mondo. “Il test – spiega Pinna – valuterà la presenza o assenza di marcatori legati alla malattia, In pratica, basterà misurare i livelli nel sangue di molecole come i neurosteroidi che vengono prodotti nel cervello ma sono anche presenti nel sangue e alterati dallo stress.

Anche per lo stress post traumatico

Tali livelli possono indicare in un individuo turbe dell’umore e quindi malattie psichiatriche, come la depressione e il disordine da stress post-traumatico (Ptsd). A questo proposito stiamo mettendo a punto nel nostro laboratorio un test del sangue che va alla ricerca di diverse molecole, almeno 20, la cui concentrazione è determinante per la diagnosi della depressione o per scoprire chi è incline al disturbo da stress post traumatico. Il test dirà pure chi  – tra i depressi – può giovare di certi farmaci piuttosto che di altri, aiutando a personalizzare le terapie”.

Gli obiettivi per il futuro

Attualmente i disturbi psichiatrici sono diagnosticati attraverso questionari al paziente e sulla base dei sintomi; disporre di un test basato su molteplici marcatori che tracci la biofirma di ciascun paziente sarebbe rivoluzionario sia in ambito diagnostico, sia terapeutico. Inoltre, potrebbe anche aiutare a individuare sottopopolazioni diverse di pazienti, organizzare trial clinici più mirati e sviluppare farmaci di precisione.   

 

 

 
 
 

Da sapere! 

 

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.

 

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