Diabete di tipo 2: scoperto un legame con la plastica

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 23/12/2019 Aggiornato il 23/12/2019

È meglio utilizzare le bottiglie di vetro che di plastica, che contiene il bisfenolo A, una sostanza che sembra aumentare il rischio di diabete di tipo 2

Diabete di tipo 2: scoperto un legame con la plastica

Il bisfenolo A, una sostanza chimica usata per produrre contenitori da asporto e bottiglie di plastica, potrebbe aumentare il rischio di contrarre il diabete di tipo 2. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori del Baker and Diabetes Institute di Melbourne che ha pubblicato di recente la ricerca su Environmental Health Perspectives.

755 individui studiati per 9 anni

Il campione esaminato è stato sottoposto a molteplici analisi chimico-cliniche nell’arco dei 9 anni, tra cui la ricerca del bisfenolo A (BPA) nelle urine, che comunemente è presente nel 95% delle persone. All’inizio della ricerca sono stati registrati i livelli di BPA.
Ciò che è emerso è che chi aveva livelli più alti di BPA presentava un rischio doppio di ammalarsi di diabete di tipo 2, rispetto a chi li aveva più bassi. Per questo motivo, Diana Magliano, l’epidemiologa coordinatrice della ricerca, consiglia di evitare l’utilizzo di contenitori da asporto e delle bottiglie di plastica contenenti BPA, preferendo l’uso di bottiglie d’acqua in metallo.

Diabete e Bisfenolo A

Con il diabete le cellule non rispondono più all’insulina, l’ormone che controlla la quantità di zucchero che le cellule devono ricevere dal sangue. Di conseguenza, si verifica un accumulo di zucchero nel sangue, che può portare a malattie cardiovascolari come ictus, infarto o disturbi renali o ancora, lesioni oculari.
Questo studio dimostra che il BPA interferisce, proprio, con il controllo dello zucchero nel sangue poiché si unisce ai recettori ormonali nel fegato, modificando la regolazione dell’insulina, fino a provocare una resistenza insulinica.

 

 

 
 
 

Da sapere!

La resistenza insulinica (o insulino-resistenza) avviene quando le cellule dell’organismo perdono la sensibilità all’azione dell’insulina. In questo caso lo zucchero (glucosio) non è più assorbito dalle cellule, ma rimane nel sangue.

 

Fonti / Bibliografia

  • Dianna MaglianoDianna has worked for over ten years in epidemiology, the majority in diabetes and obesity research.
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