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La congiuntivite nel neonato è un disturbo molto comune e può avere diverse cause. I problemi agli occhi nei bebè sono diffusissimi e sono rari i bimbi che non ne hanno mai sofferto. Questa infiammazione della congiuntiva, la membrana che riveste la superficie esterna del bulbo oculare e contribuisce alla sua lubrificazione, può interessare un solo occhio o entrambi. Occhi rossi, palpebre arrossate e gonfie, pus che appiccica le palpebre soprattutto dopo il sonno sono i sintomi più evidenti e possono avere diverse cause: allergie, infezioni, irritazioni o il blocco dei canali lacrimali. Vediamo insieme all’esperto le cause e i rimedi per intervenire e curare la congiuntivite neonatale.
Le cause della congiuntivite neonatale
La presenza di un occhio rosso nel neonato deve sempre rappresentare un campanello di allarme in quanto segnale di uno stato infiammatorio, più o meno grave, che va sotto il nome di congiuntivite. Un disturbo che può interessare un solo occhio oppure entrambi. «La congiuntivite del neonato è un’infiammazione dell’occhio che può avere origine da molte cause diverse» precisa il dottor Antonio Provenzano, responsabile di oculistica a Città di Lecce Hospital. «Può essere causata da infezioni batteriche, virali, da clamidia e gonorrea trasmesse durante il parto, dall’ostruzione del dotto lacrimale e anche dalla reazione a sostanze chimiche. I sintomi con cui si manifesta sono diversi e possono includere nella maggior parte dei casi la presenza di secrezione oculare, arrossamento, chemosi congiuntivale cioè gonfiore della congiuntiva, lacrimazione, fotofobia e, nelle forme più gravi, dolore». Tutto questo determina un fastidio che disturba il neonato in maniera più o meno accentuata in base alla gravità del problema. Identificare il tipo di congiuntivite di cui soffre il neonato è importante quindi per poter stabilire come meglio intervenire così da arrivare a una rapida soluzione della malattia.
Dotti lacrimali bloccati
La congiuntivite neonatale spesso si lega a un blocco a livello del dotto lacrimale, un canalino che scorre dal bordo della palpebra inferiore in corrispondenza dell’angolo interno dell’occhio fino all’interno del naso. Nei neonati può succedere che il dotto lacrimale sia ostruito perché la valvola che permette l’aprirsi e il chiudersi del canalino nasolacrimale è serrata: si produce così un ristagno di liquido lacrimale che può determinare un’infiammazione. Il dotto lacrimale in genere si sblocca da solo ma se questo non avviene entro l’anno è necessario intervenire chirurgicamente.
Pollini tra le cause più comuni
La congiuntivite allergica è molto comune e si riconosce perché in genere si manifesta con prurito anche di una certa entità, una sensazione di corpo estraneo nell’occhio e fotofobia. La forma stagionale acuta è presente dalla primavera all’estate ed è causata prevalentemente dall’esposizione ai pollini e alle graminacee. La forma cronica, invece, persiste durante tutto l’anno. «Negli ultimi tempi, si registra un numero crescente di congiuntiviti neonatali irritative dovute alla presenza di sostanze irritanti presenti nell’aria e in particolare negli ambienti domestici» precisa l’oculista. «Molto spesso si tratta di sostanze apparentemente innocue di cui i genitori non sospettano la possibile azione irritativa come succede nel caso delle candele accese in casa che rilasciano nell’ambiente fumi non del tutto innocui». Le congiuntiviti allergiche, pur essendo le forme più comuni e meno problematiche, spesso sono espressione di un quadro clinico più generale: per questo può essere opportuno che il problema venga affrontato in modo coordinato da un oculista e da un pediatra allergologo.
Congiuntivite neonatale da batteri e virus
Più raramente può anche succedere che la congiuntivite neonatale sia causata da un’infezione da batteri o virus. Si tratta di un contagio che si verifica solitamente con il passaggio del neonato nel canale vaginale. Le cause possono proprio i microrganismi della clamidia e della gonorrea ( si parla in questo caso di congiuntivite gonococcica) trasmessi dalla madre che li ospita al momento del parto. Per questo, a scopo preventivo, alla nascita, a tutti i neonati vengono instillate negli occhi soluzioni antisettiche. Questo anche perché le congiuntiviti provocate da infezioni da clamidia e gonorrea, se non trattate tempestivamente, possono avere complicanze anche molto gravi portando alla cecità e diffondendosi nell’organismo con conseguenze importanti. La congiuntivite infettiva virale non è legata solo a clamidia e gonorrea; in questi casi non ha conseguenze così gravi ma va comunque curata perché provoca non pochi fastidi al neonato. Se causata da virus o batteri, la congiuntivite può essere contagiosa. Per questo è bene tenere lontani dal piccolo altri bimbi piccoli che toccandolo potrebbero a loro volta infettarsi e sviluppare una congiuntivite. Le congiuntiviti virali possono associarsi a stati influenzali e spesso possono passare da una forma blanda, che provoca solo un lieve fastidio, a una sintomatologia più dolorosa che comporta una lacrimazione densa e abbondante e un gonfiore molto evidente che dall’occhio può estendersi fino all’orecchio.
Le cure per la congiuntivite del neonato
«La congiuntivite neonatale da batteri e virus può essere prevenuta attraverso la somministrazione di colliri antibiotici o di nitrato d’argento subito dopo la nascita» precisa l’esperto. «Sempre in funzione preventiva può essere utile evitare l’esposizione del neonato a sostanze chimiche irritanti per gli occhi. Naturalmente sono da tenere sempre presenti le regole di buon senso adottando una corretta routine di igiene quotidiana che prevede di pulire delicatamente gli occhi del neonato con una garza sterile imbevuta di soluzione fisiologica. Attenzione anche ad evitare che le mani, sia dei genitori quando si prendono cura del neonato, sia del piccolo quando ad esempio lo si prende in braccio, vengano a contatto con superfici poco pulite o con sostanze che soprattutto in questo periodo possono trovarsi facilmente in casa come le decorazioni natalizie con glitter e altre particelle similari, gli spray utilizzati sugli alberi di Natale e così via. Molto spesso le fonti di irritazione si nascondono dentro le mura domestiche e sono pertanto le più insidiose». Le forme di congiuntivite infettiva sono molto contagiose: se qualcuno in famiglia ne soffre, ad esempio un fratello o una sorella più grandi, è bene fare attenzione che non tocchino il neonato.
Rimedi per la congiuntivite del neonato
«Il trattamento della congiuntivite neonatale varia a seconda della causa e della gravità del problema e può includere l’uso di colliri antibiotici locali in caso di congiuntivite da virus e batteri oppure di colliri antistaminici o addirittura cortisonici qualora si trattasse di una congiuntivite allergica» spiega l’oculista. Nella fase di somministrazione della terapia è basilare che i genitori facciano le mosse corrette: prima di applicare la pomata oftalmica o di instillare nell’occhio il collirio è bene pulire l’occhietto del neonato con una garza sterile in modo che il prodotto non si contamini. Per la stessa ragione è bene fare sempre attenzione che il beccuccio del tubetto o il contagocce del collirio non vengano a contatto con l’occhio o con le palpebre. In genere la risoluzione del problema, una volta stabilita la giusta terapia, avviene nell’arco di sette-dieci giorni. «Va comunque tenuto presente che è sempre importante consultare un medico per avere una corretta diagnosi evitando il fai da te soprattutto per quanto riguarda l’uso di colliri e pomate oftalmiche» continua il medico. Quello che si può fare invece è, nel caso di una congiuntivite dovuta al blocco dei canali lacrimali, massaggiare delicatamente la zona tra l’occhio e il naso del bambino per cercare di aprire il canale ostruito. Tra i rimedi naturali per la congiuntivite del neonato si può procedere a decongestionare l’occhietto del piccolo mediante impacchi con camomilla, l’eufrasia o la malva, tenendo comunque conto che non hanno un potere curativo e quindi risolutivo.