Complicanze Covid-19: peggiori se la massa muscolare è scarsa

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 28/05/2021 Aggiornato il 28/05/2021

I pazienti con pochi muscoli risultano più fragili in caso di infezione da Sars- Cov-2 e a rischio di complicanze Covid-19 molto severe

Complicanze Covid-19: peggiori se la massa muscolare è scarsa

Chi ha una massa muscolare scarsa rischia di incorrere in un’infezione da Sars-Cov-2 con maggiori complicanze Covid-19 rispetto a chi ha una muscolatura più tonica. È quanto emerge da uno studio tutto italiano che ha coinvolto diversi istituti di cura e ricerca e coordinato dagli IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) milanesi Istituto Ortopedico Galeazzi e Policlinico San Donato.

Non solo obesità e diabete

Si allunga dunque la lista delle condizioni che potrebbero peggiorare la sintomatologia in caso di infezione con il virus Sars-Cov-2, il virus che provoca il Covid-19: oltre alle patologie cardiovascolari, obesità e diabete, ora anche la sarcopenia – è questo il termine che indica la presenza di ridotta massa muscolare – viene inserita tra le condizioni mediche che potrebbero favorire un decorso più severo della malattia.

Coinvolti oltre 500 pazienti

Lo studio, pubblicato su Radiology, ha visto coinvolti 552 pazienti (di cui 364 uomini) con un’età media di 65 anni che sono stati sottoposti a controlli (tomografie computerizzate al torace, misurazione dell’indice di massa corporea, rilevazione stato muscolare), compresa la muscolatura paravertebrale e la presenza di patologie pregresse dal 21 febbraio al 30 aprile 2020, durante la prima ondata di pandemia.

Vari fattori analizzati

I ricercatori hanno preso in considerazione fattori quali età, sesso, indice di massa corporea, grado di estensione della polmonite, stato muscolare ed eventuale presenza di altre malattie come patologie broncopolmonari, cardiovascolari, neurologiche e diabete per trovare le complicanze Covid-19. Dopo aver incrociato le informazioni relative allo stato della muscolatura ottenute grazie alla tomografia computerizzata (TC) toracica con altri dati fisici e clinici di ciascun paziente, gli autori della pubblicazione hanno osservato come nei pazienti affetti da Coronavirus uno stato di sarcopenia rappresentasse un fattore prognostico negativo (ossia in grado di favorire un decorso severo della malattia) per i pazienti con Covid-19, sia che fossero ricoverati nei reparti ordinari, sia che si trovassero in terapia intensiva.

Informazioni preziose

In alcune patologie come quelle oncologiche che una ridotta massa muscolare fosse un fattore in grado di rendere la prognosi più complicata è già noto da tempo. Per quanto concerne la relazione con il Covid-19, invece, la scoperta è nuova. “Le TC toraciche eseguite sui pazienti affetti da Covid-19 ci hanno dato la possibilità di avere accesso a una fonte preziosa di informazioni relative allo stato dei muscoli paravertebrali – spiega  Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità operativa di Radiologia diagnostica e interventistica all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi -. Questo ci ha permesso di validare la nostra ipotesi, ovvero che la ridotta massa muscolare sia un fattore rilevante da considerare nei pazienti Covid-19, come già accade per altre comorbidità. Questi risultati potrebbero essere utili ai colleghi clinici impegnati nei reparti Covid”. 

Sì al movimento

Già si sapeva che fare attività fisica facesse bene, ora si sa che aiuta anche a prevenire le complicanze Covid-19. Per questo, osservando sempre le restrizioni per la pandemia, occorre cercare modi diversi per muoversi il più possibile, meglio se tutti quanti in famiglia.

 
 

Curiosità

UN LAVORO DI GRUPPO

Lo studio è stato realizzato grazie alla collaborazione di diverse strutture: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, la Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia, l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e l’Ospedale SS. Annunziata di Cento (in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università degli Studi del Piemonte Orientale).

 

Fonti / Bibliografia

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