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Si chiama “colesterolo residuo” ma è conosciuto anche come “colesterolo brutto” e secondo una nuova ricerca della facoltà di Salute e scienze mediche dell’Università di Copenaghen e dell’ospedale universitario di Copenaghen, pubblicata su Atherosclerosis, è presente nel sangue in quantità molto più elevate di quanto creduto fino a oggi, rappresentando un fattore di rischio – maggiore di quanto precedentemente ipotizzato – per le malattie cardiovascolari.
Tre tipi di colesterolo
La presenza del colesterolo nel sangue è un fattore di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Tra i diversi tipi di colesterolo conosciuti – detti “buono” e “cattivo” – è quest’ultimo a essere considerato responsabile di malattie come l’aterosclerosi (in sigla LDL, che sta per Low Density Lipoprotein, ovvero lipoproteine a bassa densità), in quanto responsabile dell’accumulo del grasso all’interno del sangue. Il colesterolo buono, al contrario, funziona come uno spazzino per le arterie perché le lipoproteine ad alta densità (HDL, ovvero High Density Lipoprotein) che lo caratterizzano trasportano il grasso presente nel sangue verso il fegato, dove viene smaltito. La nuova ricerca ha ora messo in evidenza come, nell’insorgenza delle patologie cardiovascolari, un ruolo importante venga giocato da un altro tipo di colesterolo, già conosciuto ma i cui effetti finora erano stati sottovalutati: il “colesterolo brutto”, ovvero il colesterolo residuo.
Maggior rischio di infarto e ictus
I ricercatori hanno esaminato i tre tipi di colesterolo nella popolazione adulta danese che aveva partecipato al Copenhagen General Population Study. Da una precedente analisi era emerso che un individuo su tre aveva elevati livelli di colesterolo e, dunque, un maggior rischio cardiovascolare; quest’ultima ricerca ha messo in evidenza che elevati livelli del terzo tipo di colesterolo, ovvero quello residuo o brutto, potrebbero rappresentare, in misura superiore a quanto ritenuto in passato, un maggior pericolo di sviluppo soprattutto di infarto miocardico e ictus.