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Il colera è una malattia ormai quasi scomparsa nel nostro Paese, ma di tanto in tanto si sente parlare di qualche sporadico caso. Succede più spesso in estate, quando è più facile che si consumino alimenti crudi e in special modo frutti di mare. Sono soprattutto questi a veicolare il microrganismo responsabile del colera. Vediamo come prevenire questa seria malattia e come difendere, in modo particolare, le donne in gravidanza e i bambini.
Colera: cos’è e come si contrae?
L’agente che porta alla comparsa dei sintomi è il Vibrio cholerae, un batterio del quale esistono diversi tipi. Vediamo insieme quali sono:
- i più pericolosi sono il Vibrio cholerae 01 e lo 0139, responsabili di epidemie soprattutto in alcune zone tropicali dell’Asia e dell’Africa;
- i vibrioni di questi ceppi producono una enterotossina nociva che causa sintomi evidenti e che si diffonde facilmente tra la popolazione;
- i ceppi di colera presenti alle nostre latitudini, invece, sono meno contagiosi e non danno origine a forme epidemiche;
- “il principale serbatoio del vibrione del colera è rappresentato dall’uomo e, di conseguenza, dalle acque contaminate da materiale fecale degli individui infetti, quindi portatori sani, malati o convalescenti” spiega il professor Massimo Andreoni, infettivologo a Roma. “In particolare, possono contenere ingenti quantità di vibrioni le acque salmastre vicino alle coste o agli estuari dei fiumi, ricche di plancton e di alghe”;
- quando una persona entra in contatto con acque o cibi contaminati da vibrioni può contrarre il colera. I veicoli di trasmissione della malattia sono quindi alimenti crudi (soprattutto frutti di mare come le cozze) oppure acqua contaminata;
- la trasmissione da persona a persona in condizioni igienico sanitarie normali è rarissima.
Quali sono i sintomi del colera
“Non tutte le persone che entrano in contatto con il vibrione sviluppano sintomi. Quando succede, si tratta spesso di sintomi lievi e facilmente curabili” aggiunge l’esperto. “Una piccola percentuale di casi è soggetta a disturbi più intensi, di tipo gastrointestinale”.
Ecco i sintomi che si possono presentare:
- Circa 2 o 3 giorni dopo l’ingestione di cibo o acqua contaminati dai vibrioni, compare diarrea, inizialmente marrone e liquida, successivamente acquosa e chiara, tanto che gli esperti la definiscono “ad acqua di riso”. Questa condizione, in alcuni casi, può portare a una rapida disidratazione, pericolosa per la vita stessa.
- Altri sintomi che possono comparire in caso di colera sono nausea, vomito, crampi e, più raramente, febbre.
Colera in gravidanza e nei bambini: come prevenirlo
Nei Paesi in cui esiste una buona rete di smaltimento delle acque fognarie e si osservano comuni regole igieniche è difficile ammalarsi di colera. È vero però che esistono alcune categorie che richiedono una particolare tutela. È il caso delle donne in gravidanza, in cui eventuali infezioni possono passare la barriera della placenta e causare seri problemi al feto, come succede nel caso della toxoplasmosi. Anche i bambini più piccoli, al di sotto dei due anni di età, hanno bisogno di particolari attenzioni. Infatti il loro sistema immunitario è ancora in formazione e li espone a contrarre più facilmente alcune malattie. Anche le conseguenze possono essere più serie. Infatti, l’organismo di un bambino è costituito per la maggior parte di acqua. Le perdite dovute a diarrea possono causare disidratazione che nei più piccoli può avere serie conseguenze per la salute.
Le regole per evitare il colera
Ecco alcune regole utili per evitare il colera, valide anche per le infezioni e le parassitosi che si possono contrarre soprattutto nei viaggi all’estero.
- Evitare i cibi crudi come verdure, carne, pesci, crostacei, che potrebbero essere contaminati dalle acque o dalle mani di una persona infetta. La frutta cruda deve essere sbucciata personalmente. Il discorso è valido sempre, ma soprattutto per le donne in gravidanza e i bambini.
- Ai più piccoli il pesce crudo spesso non è gradito e non esiste una valida ragione nutrizionale per proporlo. Meglio evitarlo, offrendolo sempre ben cotto e caldo.
- I gelati artigianali, le creme e le salse a base di maionese possono essere a rischio, perché preparati con latte o uova crudi: di conseguenza non si possono escludere contaminazioni.
- L’acqua di rubinetto, nei paesi tropicali, potrebbe essere contaminata. Per bere o lavarsi il viso e i denti si deve usare solo acqua contenuta in bottiglie sigillate. Se questo non è possibile, l’acqua del rubinetto va fatta bollire per almeno 15 minuti.
- Meglio non aggiungere ghiaccio alle bevande, a meno che non si sia sicuri che è stato preparato con acqua non contaminata. Infatti i batteri possono sopravvivere anche nel ghiaccio.
- Sempre per questo motivo non si dovrebbe mangiare la frutta che sia stata appoggiata sul ghiaccio, a meno che non la si possa sbucciare.
Come curare il colera
Solitamente, il colera si risolve se la persona riesce ad assumere soluzioni elettrolitiche a base di acqua, zuccheri e sali minerali, in modo da reintegrare i liquidi e le sostanze perse con la diarrea. Se questo rimedio non è efficace, perché per esempio la persona è debilitata, può essere necessario il ricovero in ospedale e la somministrazione per endovena di ringer lattato (un medicinale utile contro la disidratazione) o soluzioni elettrolitiche. Questo rimedio è adatto soprattutto se i malati sono bambini, che corrono un rischio maggiore di disidratazione. Nei casi ancora più seri, è opportuno ricorrere anche ad antibiotici come le tetracicline.
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Fonti / Bibliografia
- Colera: cos'è, come si trasmette, si manifesta e cura - ISSaluteIl colera è un’infezione, causata da batteri, detti vibrioni, acuta dell'intestino, che si manifesta improvvisamente con disturbi (sintomi) quali diarrea acquosa, vomito e rapida disidratazione. Può causare la morte per la grave disidratazione, soprattutto in bambini o in anziani, tuttavia con cure adatte la mortalità è contenuta al di sotto dell’1%.
- Colera - EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità