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Tra gli uomini il cancro della mammella è molto raro: su 100 diagnosticati solo uno è maschile. Ma questo non deve comunque suggerire di ignorare l’eventuale comparsa dei caratteristici campanelli d’allarme del cancro al seno. Il professor Paolo Veronesi (nella foto), direttore della Divisione di Chirurgia Senologica dell’ Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano è con noi per parlarne.
Professor Veronesi, sappiamo che il carcinoma della mammella si sviluppa raramente negli uomini. Qual è l’età media in cui di norma compare?
“In genere, riguarda uomini nella fascia di età compresa tra i 60 e i 70 anni. È realmente quasi inesistente nella popolazione maschile più giovane, anche se sappiamo bene che in medicina l’avverbio “mai” non si può usare. È utile quindi che tutti gli uomini siano a conoscenza del fatto che anche le loro ghiandole mammarie, che pure sono minuscole, possono ammalarsi di tumore, allo scopo di non ignorare eventuali manifestazioni di allarme”.
Nell’uomo con quali sintomi si manifesta inizialmente il carcinoma del seno?
“La comparsa di un nodulo nella mammella è il segno chiave, come del resto nella donna. Possono associarsi deformazione (anche lieve) del capezzolo e fuoriuscita, sempre dal capezzolo, di piccolissime quantità di sangue”.
Potrebbe essere utile che anche gli uomini si sottoponessero regolarmente alla mammografia, almeno a partire dai 60 anni?
“No, non servirebbe a nulla per due ragioni: il carcinoma maschile della mammella è estremamente raro, individuare tempestivamente un nodulo con la palpazione per gli uomini è estremamente semplice. La ghiandola mammaria maschile è omogenea e di dimensioni ridotte quindi un eventuale nodulo si scopre subito”.
Una volta scoperto il nodulo, cosa si deve fare?
“In prima battuta, l’uomo si deve rivolgere al proprio medico di famiglia, il quale lo indirizzerà dal senologo. Il senologo prescrive l’ecografia e, a seguire, la mammografia che permettono di stabilire se è opportuno procedere con una biopsia del nodulo, che consiste nel prelevarne un frammento per analizzarlo e comprenderne la natura. Se si accerta che si tratta di cancro al seno, è necessario l’intervento chirurgico da asportazione della ghiandola mammaria e, allo stesso tempo, del cosiddetto “linfonodo sentinella”, che si trova nel cavo ascellare. Questo linfonodo è il primo a cui può arrivare il carcinoma mammario”.
Dopo l’asportazione chirurgica del nodulo si devono affrontare altre cure?
“Raramente è necessaria la radioterapia e ancora più di rado la chemioterapia. Solitamente la terapia prevede il tamoxifene che è un farmaco che contrasta l’azione nociva degli estrogeni sulla ghiandola mammaria. Il cancro al seno è infatti un tumore quasi sempre ormono-sensibile, strettamente correlato agli estrogeni”.
Che cosa può determinare la presenza di alti livelli di estrogeni in un uomo?
“Una delle cause più comuni è l’obesità. I depositi adiposi per loro caratteristica sono infatti produttori di estrogeni”.
Quali sono gli altri possibili responsabili della malattia negli uomini?
“Può essere implicata l’alterazione di due specifici geni, chiamati con le sigle BRCA1 e BRCA2. Ha un suo peso anche la familiarità per questo tipo di carcinoma: un uomo che ha avuto la mamma o una zia o una sorella o una nonna colpite deve stare più in guardia”.
Ci sono altre malattie che possono colpire le mammelle maschili?
“C’è una condizione, definita ginecomastia, in presenza della quale una o entrambe le mammelle maschili appaiono sensibilmente ingrossate perché la ghiandola mammaria è andata incontro a un aumento di volume. Non va confusa con la cosiddetta lipomastia, che è l’aumento del volume delle mammelle maschili dovuto alla presenza di grasso e tipica degli uomini in sovrappeso”.
Qual è la causa della ginecomastia?
Si deve a uno squilibrio ormonale tra estrogeni e testosterone, che è l’ormone maschile prodotto dai testicoli. Gli estrogeni prendono cioè il sopravvento sul testosterone e questo può accadere o perché diminuisce la produzione del testosterone o perché aumenta la produzione di estrogeni o per entrambe le eventualità. Possono determinare il problema vari farmaci, tra cui gli antidepressivi, gli ansiolitici, alcuni farmaci usati per le malattie del cuore. Anche l’alcol, le anfetamine, la marjuana e l’eroina (che sono sostanze proibite) possono indurre la comparsa del problema”.
I neonati, anche maschi, possono avere le mammelle gonfie: è un problema anche questo?
“Assolutamente no. La ginecomastia neonatale, così si chiama la condizione, è dovuta all’azione degli estrogeni materni che possono permanere nel sangue per qualche tempo dopo la nascita. Nell’arco di due-quattro settimane il fenomeno si risolve spontaneamente”.
Fonti / Bibliografia
- In che cosa consiste la tecnica del linfonodo sentinella? | Fondazione Umberto VeronesiLa tecnica del linfonodo sentinella è una procedura che consente di sapere, se il tumore originato nel seno ha iniziato a diffondersi ad altri organi.
- Che cos'è e come si cura la ginecomastia? | Fondazione Umberto VeronesiRisponde Paolo Persichetti, docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma