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Quella da Campylobacter è un’infezione alimentare non particolarmente grave o che possa rappresentare una grande minaccia per la salute. Nella maggior parte dei casi provoca sintomi della gastroenterite, come dissenteria, vomito e poco altro. Il problema è che, nei casi più gravi, va a compromettere il normale svolgimento di qualsivoglia attività quotidiana. Un recente studio ha scoperto come il batterio possa essere trasmesso anche per contatto sessuale.
Scongiurare altre epidemie
Come rivelato dalla ricerca condotta dall’Università dell’Oklahoma e pubblicata sulla rivista Emerging Infectious Diseases, in seguito a una recente epidemia nel Nord Europa, si è scoperto che il Campylobacter si trasmette anche attraverso contatto sessuale oltre che tramite alimentazione. Il fatto che non si corrano grandi rischi per la salute non deve fare abbassare la guardia. Gli esperti sottolineano pertanto l’importanza di una corretta campagna preventiva e di informazione, che evidenzi i rischi di trasmissione per via sessuale ed eviti che possano ripresentarsi emergenze sanitarie.
Chi è più colpito
In particolare, lo studio ha evidenziato come la popolazione maggiormente esposta al rischio di infezione per contatto sessuale sia quella omosessuale. Infatti, il boom di casi ha interessato molti uomini che avevano avuto rapporti con altri uomini. Nonostante siano certamente necessarie ulteriori approfondimenti per capire il nesso tra contatto sessuale e trasmissione del batterio, l’analisi ha rivelato come negli omosessuali l’incidenza dell’infezione da Campylobacter sia 14 volte superiore rispetto alla media.
Così si riduco i rischi
Normalmente, si può entrare in contatto con il Campylobacter attraverso il pollo crudo, il latte non pastorizzato e acqua contaminata da feci animali, a loro volta infetti. Per evitare il contagio, gli esperti consigliano nella vita pratica di tenere sempre igienizzato e pulito il piano di lavoro in cucina e lavarsi sempre le mani. Fondamentale, inoltre, tenere separati dal resto del cibo la carne cruda, le uova e i frutti di mare. Per ridurre i rischi, occorre poi impostare il frigorifero a una temperatura inferiore a 4,4 °C e scongelare in modo corretto gli alimenti congelati.