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Ogni anno vengono organizzate varie iniziative di sensibilizzazione e campagne di informazione e periodicamente gli esperti lanciano messaggi di prevenzione. Nonostante ciò, le infezioni a trasmissione sessuale continuano a rappresentare un problema importante in tutto il mondo. Non solo il numero delle persone colpite non diminuisce, ma addirittura aumenta. L’ultimo allarme arriva dal bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui ogni giorno si registra più di un milione di nuovi casi, potenzialmente curabili, nella fascia d’età che va dai 15 ai 49 anni.
Gli ultimi dati
Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati dell’Oms, tra gli uomini e le donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni, nel 2016 si sono registrati 127 milioni di nuovi casi di clamidia, 87 milioni di gonorrea, 6,3 milioni di sifilide e 156 milioni di tricomoniasi. Fra l’altro, l’incidenza di queste malattie è sottostimata, per diverse ragioni: perché la diagnosi arriva dopo parecchio tempo, perché le notifiche vengono fatte in ritardo o non fatte proprio, perché in materia c’è molta disinformazione. In media, circa 1 persona su 25 in tutto il mondo ha almeno una di queste infezioni sessualmente trasmissibili, con alcune infezioni multiple allo stesso tempo. Rispetto alla rilevazione del 2012, non c’è stato alcun progresso, anzi.
Come ci si ammala
Come dice il nome stesso, le infezioni a trasmissione sessuale sono malattie che si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale), tramite lo sperma, la secrezione pre-spermatica, le secrezioni vaginali, la saliva. Talvolta, basta anche il solo contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca per ammalarsi. Anche il sangue può essere veicolo di contagio. Ecco perché è importante proteggersi con il preservativo quando si hanno rapporti occasionali o più partner. La prevenzione passa anche attraverso una corretta educazione sessuale e l’esecuzione di test e controlli regolari.
Gli antibiotici non sempre funzionano
Nelle infezioni a trasmissione sessuale di origine batterica, il trattamento principe è costituito dalla somministrazione di antibiotici specifici. Oggi, però, c’è un problema di resistenza ai farmaci più utilizzati. La colpa è anche della tendenza che si aveva in passato di ricorrere alle cure antibiotiche a priori, ancor prima di sapere se il responsabile era un batterio e, in quel caso, quale fosse. Il risultato è che oggi gonorrea, clamidia e infezioni urogenitali da Mycoplasma genitalium non sempre beneficiano del primo trattamento antibiotico. Ecco perché la prevenzione è sempre più fondamentale.