Batterio carnivoro, che cos’è e che rischi ci sono in Italia

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Fabrizio Pregliasco - Dottore specialista in Infettivologia Pubblicato il 06/05/2024 Aggiornato il 05/09/2024

I casi di batterio carnivoro (uno streptococco di gruppo A) in Giappone possono causare preoccupazione anche nel nostro Paese. Quali rischi corriamo in Italia? Ed è possibile difendersi dall’attacco di questo germe nocivo? Sentiamo il parere dell’esperto

Batterio carnivoro, che cos’è e che rischi ci sono in Italia

Il batterio carnivoro o mangiacarne, che appartiene alla famiglia degli Streptococchi, sta suscitando preoccupazione anche in Italia, dove è presente. Non sono infatti rassicuranti le notizie che provengono dal Giappone, dove solo a Tokyo, a metà marzo di quest’anno, si erano già verificati 88 casi, 517 in tutto il Paese. Il batterio carnivoro è pericoloso perché può causare la sindrome da shock tossico streptococcico (o Stss), un’infezione rara, ma seria, che provoca necrosi dei tessuti. Può anche causare altri disturbi ed è essenziale comprendere quali sono i sintomi: febbre, gonfiore agli arti, malessere. Vediamo più in dettaglio di che cosa si tratta.

Che cos’è il batterio carnivoro e che cosa provoca

Il batterio carnivoro è uno Streptococco di gruppo A, molto diffuso. Causa nell’uomo molte malattie, come la scarlattina, la tonsillite, la faringite. È questo batterio a causare la faringo-tonsillite da streptococco molto diffusa soprattutto tra i bambini che vanno a scuola. Colpisce soprattutto nei mesi invernali e all’inizio della primavera. In alcuni casi può causare forme serie e talvolta mortali, che si verificano quando attacca tessuti diversi da quelli presenti in gola. Può infatti provocare diversi tipi di infezione.

Fascite necrotizzante

Si tratta di un’infezione fortunatamente rara, ma molto seria, che compare quando lo Streptococco attacca la pelle, i muscoli e i tessuti sottocutanei. Il batterio rilascia tossine che provocano la distruzione dei tessuti stessi, causando dall’esterno l’impressione di qualcosa che letteralmente “divora” la carne. È da questo che deriva la definizione di flesh-eating disease, ossia malattia carnivora. L’infezione si può contrarre quando il batterio penetra nell’organismo attraverso una ferita infetta.

Osteomielite

In questo caso, lo Streptococco attacca le ossa, raggiungendole attraverso la circolazione del sangue o, più spesso, attraverso una ferita infetta. Causa una seria forma di infiammazione al tessuto dell’osso, che si gonfia, comprimendo i vasi sanguigni e spesso danneggiando l’osso in modo irreparabile.

Shock tossico streptococcico

La sindrome da shock tossico streptococcico o Stss si verifica quando il batterio raggiunge tutti i tessuti dell’organismo attraverso la circolazione del sangue o una ferita infetta. Rilasciando tossine, provoca un’infezione generalizzata con febbre alta, accelerazione del battito cardiaco e della respirazione, eruzioni cutanee e necrosi dei tessuti. È purtroppo caratterizzata da un elevato tasso di mortalità.

Come si trasmette il batterio carnivoro

Il batterio carnivoro si trasmette per via respiratoria, entrando in contatto con le secrezioni mucose della persona infetta, che si propagano nell’ambiente con i colpi di tosse e gli starnuti. Inoltre, può penetrare nell’organismo, diffondendosi nel circolo sanguigno, attraverso una ferita infetta localizzata a mani e piedi, le parti del corpo che entrano più facilmente in contatto con l’esterno. Non provoca problemi seri a tutte le persone che contagia: sono più a rischio i soggetti con diabete, con un sistema immunitario poco efficiente oppure che seguono cure prolungate a base di cortisone. Gli esperti pensano che l’aumento dei casi di shock tossico streptococcico sia dovuto alla presenza di una variante chiamata M1UK. Questa è stata riscontrata spesso da metà novembre 2023 nelle persone colpite.

Batterio carnivoro, i rischi in Italia

Lo Streptococco è molto diffuso anche in Italia, ma al momento le autorità sanitarie non hanno registrato casi di complicanze serie. Ci sono rischi per il nostro Paese? “La situazione da noi è oggi sotto controllo, ma i casi in Giappone, attualmente sotto osservazione, ci ricordano l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce” raccomanda il professor Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Azienda Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Milano. “È bene quindi non abbassare la guardia, senza tuttavia allarmarsi, ricordandosi di segnalare al proprio medico eventuali malesseri o sintomi che potrebbero essere collegati a infezione da Streptococco”. Questi sintomi sono febbre alta e gonfiore diffuso, segno della necrosi che interessa i tessuti.

Come difendersi dal batterio carnivoro

Dal momento che lo Streptococco si diffonde per contatto diretto o attraverso le ferite, è importante osservare le classiche regole di igiene, che si rivelano altamente protettive:

  • lavare spesso e accuratamente le mani
  • disinfettare le ferite rivolgendosi al medico se faticano a guarire
  • consultare il medico in caso di sintomi sospetti, evitando di entrare in contatto con altre persone per non contagiarle.

Foto di Cottonbro Studio per pexels.com 

 
 
 

In breve

Il batterio carnivoro presente in Giappone esiste anche da noi in Italia. E’ uno Streptococco di gruppo A che può causare serie infezioni, difficili da trattare anche con gli antibiotici. Al momento, la situazione nel nostro Paese è sotto controllo, ma è importante non abbassare la guardia e lavarsi con cura le mani

 

 

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