Il test di eliminazione si utilizza soprattutto quando si sospetta un’allergia alimentare. Consiste infatti nell’esclusione dalla dieta di un determinato alimento per un certo periodo, per verificare se nel frattempo scompaiono i sintomi dell’allergia. Il problema delle allergie alimentari riguarda soprattutto i bambini.
Come funziona
Se per esempio si pensa che il bambino possa essere allergico al latte vaccino, cioè di mucca, si prova a eliminare dalla sua dieta il latte e i suoi derivati (formaggi e latticini in genere) e si verifica l’eventuale scomparsa delle manifestazioni allergiche. Con il passare del tempo la maggior parte dei bambini allergici diventano spontaneamente tolleranti nei confronti della sostanza incriminata. Si verifica infatti una progressiva riduzione delle IgE specifiche (riscontrabile con il Rast test).
Nel caso di allergia alimentare con sintomi immediati, che compaiono cioè subito dopo aver ingerito il cibo sospetto (per esempio, con orticaria, difficoltà di respiro, dolore gastrico, vomito),
La successiva reintroduzione dell’alimento allergizzante deve comunque avvenire in ambiente ospedaliero attraverso un test di provocazione, in base al quale il bimbo riceve dosi progressivamente maggiori dell’alimento in questione sotto stretto controllo medico (in modo da poter intervenire immediatamente in caso di ipotetiche reazioni indesiderate).
Se invece i sintomi dell’allergia non si manifestano subito dopo l’ingestione del cibo sospetto (come per esempio i disturbi gastrointestinali), si sottopone il bimbo a un periodo di dieta di eliminazione di 15-30 giorni e poi si reintroduce gradualmente l’alimento allergizzante, controllando se si verificano a o meno gli stessi disturbi.