Pochi giorni fa, a Roma, una bambina di soli nove anni ha perso la vita a causa di un probabile shock anafilattico. La piccola era a pranzo con i genitori e, dopo aver consumato un piatto di gnocchi, ha accusato un intenso malore con spasmi, vomito e difficoltà respiratoria. Nonostante l’intervento del 118, la piccola è arrivata in ospedale priva di coscienza e poco dopo è deceduta. Al momento si ipotizza che a causare il decesso sia stato uno shock anafilattico dovuto al frumento con il quale erano stati preparati gli gnocchi.
Quando rivolgersi a un allergologo
Occorre rivolgersi ad un allergologo nel caso di una sospetta allergia alimentare, quando i sintomi sono immediati o si manifestano poco dopo l’assunzione di un alimento, soprattutto nel bambino piccolo.
“E’ necessario rivolgersi ad un allergologo anche nel caso di una prima reazione di sospetta natura allergica, quando i sintomi coinvolgono la cute o le mucose, con prurito, orticaria o edema localizzato ad alcune parti del corpo” spiega la dottoressa Mariangela Tosca, allergologa al Gaslini di Genova. “Inoltre, se compaiono tosse o difficoltà a respirare, nausea, vomito o dolore addominale e in caso di collasso o perdita di coscienza”.
Lo shock anafilattico è la manifestazione estrema di una anafilassi che è una reazione allergica grave e generalizzata a una determinata sostanza ed e spesso è causata da una allergia di tipo alimentare, ma può essere anche dovuta a farmaci, punture di insetti o di natura sconosciuta. Secondo la SIAIP, Società Italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica, almeno la metà dei casi di anafilassi in età pediatrica sono dovuti a reazioni allergiche a alimenti.
Non tutti i bambini che soffrono di allergia alimentare rischiano di incorrere in una anafilassi, ma lo shock anafilattico, come sua manifestazione più grave, è un evento potenzialmente fatale. Per questa ragione è essenziale, fin dai primi anni di vita non sottovalutare possibili segnali di allergia come difficoltà respiratoria, orticaria, tosse e altri sintomi che possono essere legati a una reazione allergica. “I genitori dovrebbero, in caso di sospetta allergia del loro bambino, parlarne prima di tutto con il pediatra che potrebbe indirizzarli verso centri allergologici e pediatri specialisti qualificati nel settore” aggiunge l’esperta. “Questi eseguiranno esami allergologici specifici ed altre indagini per confermare o meno il sospetto, prescriveranno la cura farmacologica adatta, soprattutto quella da utilizzare in caso di una reazione allergica grave e una corretta dieta, con un monitoraggio accurato nel tempo”.
Tutti i sintomi dell’anafilassi fino allo shock anafilattico
Gli allergologi pediatri raccomandano di prestare molta attenzione ad alcuni campanelli d’allarme che sono abbastanza evidenti e che si possono presentare durante una reazione allergica. Ce ne sono diversi e non è detto che compaiano tutti insieme, quando questo accade, ovvero gli organi o gli apparati interessati dalla reazione sono almeno due, si può parlare di anafilassi. Nel caso di un collasso cardio circolatorio che accompagna la reazione si parla di shock anafilattico.
Vediamo quali sono i 10 sintomi più comuni che potrebbero indicare una reazione allergica alimentare e come intervenire:
1. Orticaria-angioedema
Con questo termine si indica la comparsa di pomfi accompagnati da edema localizzato, rossore cutaneo e prurito che può partire dal palmo delle mani e piante dei piedi e poi diffondersi a tutto il corpo.
2. Difficoltà respiratorie
La difficoltà di respirazione o dispnea è uno dei sintomi più comuni della reazione anafilattica. Il bambino avverte la classica sensazione di fame d’aria, inizia a respirare rapidamente, con movimenti toracici brevi e poco profondi. Tali sintomi sono in genere preceduti da starnuti, naso chiuso, tosse o respiro fischiante.
3. Dolori addominali come nausea, vomito e diarrea
L’anafilassi può manifestarsi soprattutto in età pediatrica anche con sintomi gastroenterici come crampi addominali, nausea, vomito e diarrea, che in genere si presentano rapidamente dopo l’ingestione dell’alimento.
4. Comparsa di due sintomi correlati e in più distretti
In questo caso la comparsa di sintomi di eruzione cutanea associata a quella cardiovascolare o respiratoria e gastrointestinale.
5. Raucedine, abbassamento della voce e disfagia
Può comparire un cambiamento repentino della tonalità della voce, difficoltà a parlare e deglutire (in questo caso di parla di disfagia), stridore laringeo. A volte il piccolo ha difficoltà a tossire e sensazione di nodo alla gola.
6. Vertigini, stordimento
Il bambino con anafilassi può presentare vertigini, stordimento, fatica a mantenere la posizione eretta o a restare seduto.
7. Pressione bassa e tachicardia
Il bambino è soggetto a brusco calo della pressione arteriosa e a battito cardiaco accelerato, pallore intenso, cianosi (colorazione bluastra della pelle e delle mucose per ridotto apporto di ossigeno ai tessuti) e malessere diffuso. Spesso si associa uno stato confusionale e senso di angoscia generalizzato.
8. Perdita di coscienza e collasso cardiocircolatorio
Il bambino può perdere coscienza, avere convulsioni e arrivare in breve tempo al collasso cardiocircolatorio e all’arresto respiratorio e cardiaco.
9. Cianosi, ovvero carenza di ossigeno nel sangue
Nel soggetto in preda a uno shock anafilattico la colorazione della cute è bluastra (cianosi) e il senso di soffocamento diventa sempre più esponenziale.
10. Stato confusionale
Ai sintomi sopra descritti si aggiunge il più delle volte uno stato confusionale e senso di angoscia generalizzato.
Cosa fare in caso di anafilassi
I sintomi della anafilassi possono comparire immediatamente o dopo alcune ore dall’assunzione di un alimento e variamente associati come i sintomi cutanei e gastrointestinali. Se comunque il bambino ha ricevuto una diagnosi di reazione allergica ad alimenti, deve sempre avere a disposizione i farmaci da assumere in casa di necessità, per ridurre i sintomi ed evitare l’evoluzione verso l’anafilassi.
“Il farmaco fondamentale per la gestione dell’anafilassi rimane l’adrenalina” raccomanda la dottoressa Tosca. “Si tratta di un farmaco salvavita, da somministrare per via intramuscolare ed in grado di migliorare alcune performance dell’organismo dopo pochi minuti. Le conseguenze sono un miglioramento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e della respirazione”.
Regole da ricordare se si rischia anafilassi
E’ essenziale che il soggetto allergico con pregressa anafilassi o i suoi genitori, se il bambino è molto piccolo, abbiano sempre a disposizione l’autoiniettore di adrenalina da somministrare ai primi sintomi per via intramuscolare, poiché lo shock può avvenire molto rapidamente e il più delle volte dei casi non si riesce neppure ad arrivare in tempo al Pronto Soccorso.
- E’ inoltre opportuno che il bambino, non appena è in grado di gestirsi da solo, apprenda le manovre per l’auto-somministrazione, così come devono essere istruiti e resi sicuri alla somministrazione i genitori, i familiari ed il personale scolastico che si occupa del bambino.
- Occorre iniettare adrenalina per via intramuscolo il prima possibile, poiché la reazione allergica di tipo anafilattico può evolvere rapidamente e lo shock, in caso di aggravamento, potrebbe essere fatale in pochi minuti. Dopo la somministrazione di adrenalina occorre portare rapidamente il bambino in Pronto Soccorso.