Le allergie respiratorie: i test e le cure

Redazione A cura di “La Redazione”

Sempre più bambini soffrono di allergie respiratorie. Dal naso che cola agli starnuti fino all’asma e alla tosse. Come riconoscerle

Le allergie respiratorie: i test e le cure

Per allergie respiratorie si intendono risposte esagerate del sistema immunitario (cioè di difesa naturale dell’organismo) nei confronti di sostanze che sono normalmente innocue, come per esempio gli acari della polvere o il pelo degli animali. Il sistema immunitario della persona allergica individua la sostanza (allergene) come un nemico e la combatte producendo anticorpi specifici di tipo E (IgE o reagine). Nel caso delle allergie respiratorie si hanno sintomi che riguardano l’apparato respiratorio, come l’asma e il raffreddore.

In aumento rispetto al passato

In Italia le allergie respiratorie che un tempo caratterizzavano i mesi primaverili sono presenti ormai per quasi tutto l’anno perché si sono sviluppate piante precedentemente poco diffuse. Anche il miglioramento delle condizioni di igiene ha contribuito all’aumento delle allergie nel nostro Paese. Inoltre, mentre in passato il sistema immunitario produceva per lo più anticorpi per combattere le malattie infettive (oggi prevenute con le vaccinazioni), ora si rende disponibile a produrli contro sostanze per lo più innocue, come i pollini.

Tosse, naso chiuso e asma

Si scatenano quando il piccolo respira una sostanza cui è allergico come, per esempio, le muffe, i pollini di piante e fiori, il pelo degli animali e gli acari della polvere. Questi ultimi, in particolare, sono responsabili delle allergie respiratorie più frequenti nei bimbi. I disturbi più comuni riguardano l’apparato respiratorio (naso, gola, bronchi e polmoni). Solitamente il bambino presenta infiammazioni al naso o agli occhi, accompagnate da secrezione, lacrimazione abbondante o starnuti. Il disturbo può, talvolta, estendersi anche ai bronchi e causare tosse e, più raramente, attacchi d’asma.

I test utili

Il Prick test
Lo specialista punge leggermente la cute del bimbo con una sottilissima lancia sterile, vi inserisce una piccola dose della sostanza ritenuta responsabile dell’allergia e verifica la reazione della pelle. Se compaiono bolle, arrossamenti o altre reazioni, significa che il bimbo è allergico.

 Esami del sangue
Il Prist test misura la presenza degli anticorpi IgE che compaiono nel sangue. La loro concentrazione nel bambino è più elevata se vi è in corso una reazione allergica. Il Rast test determina, in base alle IgE riscontrate nell’organismo, la natura dell’allergene che le ha prodotte.

Le cure

Eliminare l’allergene è spesso la soluzione più immediata per risolvere il problema. Non è però una soluzione sempre praticabile, come in caso di allergia ai pollini o agli acari della polvere. In questo caso, bisogna utilizzare i farmaci per intervenire sui disturbi della reazione allergica. Questi servono per contrastare i disturbi causati dalle allergie, ma non rimuovono il problema all’origine.  Si usano gli antistaminici, che bloccano la reazione allergica, e il cortisone, che combatte l’infiammazione.

I vaccini

Hanno un ruolo preventivo e, grazie all’utilizzo delle nuove tecniche di allergologia molecolare, è spesso possibile personalizzarli.

In breve

le allergie respiratorie: una reazione immunitaria esagerata

Talvolta l’organismo reagisce in modo esagerato a sostanze normalmente innocue, provocando così la reazione allergica e il rilascio nel sangue delle IgE (anticorpi specifici). Ciò accade più di frequente con i pollini, gli acari della polvere, le muffe e il pelo degli animali. La conferma dell’allergia si ha proprio ricercando le IgE nel sangue con un esame mirato.

Pubblicato il 30.1.2012 Aggiornato il 30.1.2012
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Bimbo di sei mesi che reclama ancora il seno di notte: che fare?

15/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

A volte, per risolvere il problema dei risvegli notturni per la poppata è sufficiente introdurre la seconda pappa a cena. A sei mesi, infatti, il bambino potrebbe reclamare il seno di notte solo perché ha fame.   »

Movimenti fetali in 29^ settimana: è normale che siano cambiati rispetto a prima?

10/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In effetti, è possibile che i movimenti fetali non siano sempre uguali, ma quello che conta è riuscire ad avvertirli. Per riuscirci ogni volta che si vuole ci sono piccoli trucchi.   »

Valore delle beta: le settimane come vengono conteggiate?

05/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La tabella di riferimento in cui sono riportati i valori desiderabili delle beta hCG considera le settimane di gravidanza in modo diverso dal calendario ostetrico. Più di preciso, rispetto a questo indica due settimane in meno.   »

Fai la tua domanda agli specialisti