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D’estate non “abbassate la guardia” sulle allergie alimentari! È quanto consiglia il dottor Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
I cibi “estivi” più a rischio
Fra gli alimenti allergizzanti che si consumano di più d’estate ci sono:
- il kiwi, che può dare reazioni alla prima somministrazione in chi è allergico ai pollini delle piante;
- il pesce;
- i crostacei (questo tipo di allergia è più frequente in chi è allergico alla polvere);
- la frutta secca, complice anche il fatto che si va in vacanza all’estero, dove viene usata nella preparazione dei piatti locali. Per esempio gli anacardi sono molto utilizzati nella cucina orientale;
- alcuni mix di spezie, per esempio il cumino, utilizzate nel chili.
L’allergia al pesce
Quasi sempre è un’allergia verso tutti i tipi di pesci, anche se possono esserci delle eccezioni. L’allergene (sostanza in grado di scatenare manifestazioni allergiche) del pesce è unico per tutti ed è termicamente stabile. La reazione allergica si verifica per lo più per ingestione e, raramente, per aerodispersione (solo per inalazione dell’odore). In questo caso, passando da una pescheria oppure al ristorante mentre viene preparato, può capitare che il bambino, ma anche l’adulto, sviluppi una reazione asmatica.
Due pericoli in più
Inoltre, gli allergici al pesce, devono prestare attenzione anche all’anisakis, che può provocare ulteriori reazioni. L’anisakis è un vermetto parassita che può essere presente nelle viscere di molti pesci. Quando viene ingerito pesce crudo o non completamente cotto o in salamoia infetto da questo nematode, le larve possono attaccarsi alla parete dello stomaco e dell’intestino, causando una parassitosi che si manifesta con dolore addominale intenso, nausea e vomito. Attenzione anche alla sindrome sgombroide: si tratta di una pseudo-allergia che può manifestarsi ingerendo del pesce che non è stato conservato bene, cioè a una temperatura superiore a 4°C oppure a temperatura ambiente per lungo tempo.
Non farsi prendere dal panico
È il primo consiglio che il dottor Fiocchi raccomanda a tutti quei genitori che si trovassero in una situazione critica di manifestazione allergica alimentare del loro bambino. Tutte le allergie possono essere curate, anche quelle più gravi che possono portare a uno “shock anafilattico”. In questo caso, è d’obbligo rivolgersi al pronto soccorso più vicino. Fiocchi riferisce che una reazione grave come l’anafilassi è “difficile che accada senza segni premonitori”, mentre all’allergico che va in vacanza e ha già utilizzato farmaci a base di adrenalina, consiglia di portare con sé sempre il foglio dell’allergologo perché riporta il piano d’azione da fare.