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Le più conosciute sono quelle ai pollini. Ma non sono certo le sole. Di allergie ne esistono, infatti, moltissimi tipi diversi. Negli ultimi anni si è registrato un aumento di quelle a grano e farmaci. È quanto emerso in occasione del Congresso nazionale Aaiito, Associazione allergologi e immunologi territoriali e ospedalieri italiani.
Chi rischia di più
Quando si parla di allergie alimentari, il pensiero della maggior parte delle persone corre a alimenti come le fragole, le arachidi e il latte. Invece, i cibi allergizzanti sono molti di più. Fra questi, c’è anche il grano. Da tempo, gli esperti hanno individuato una particolare forma di asma, la baker-asma, che colpisce i panettieri a causa dell’esposizione respiratoria alla farina durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Ora si è visto che il grano potrebbe causare anche altre forme di allergia. “Recentemente si è evidenziata la potenzialità allergenica della farina dal punto di vista alimentare, con una sintomatologia che può variare da reazioni immediate e lievi come prurito, orticaria o problemi gastrointestinali, a manifestazioni ritardate e molto più intense, come l’anafilassi da ingestione di farina associata a co-fattori come sforzo fisico o l’assunzione di farmaci” ha spiegato la dottoressa Paola Minale, allergologo all’ospedale San Martino di Genova.
Antibiotici sotto accusa
Per quanto riguarda i farmaci, è emerso che 1 ricoverato su 10 pensa di avere un’allergia agli antibiotici della famiglia dei betalattamici, come la penicillina e le cefalosporine. In realtà, solo in una percentuale ridotta di casi si tratta di vera allergia, una malattia che comunque è in crescita rispetto al passato. Spesso, soprattutto nei bambini, invece sono reazioni, come eruzioni cutanee, che non dipendono dall’antibiotico, bensì dalla malattia per cui il farmaco viene usato. E, infatti, in più della metà dei soggetti che pensa di essere allergico ai farmaci, l’esame allergologico è negativo, tanto che gli antibiotici possono essere riutilizzati senza problemi. “È pertanto fondamentale effettuare nei soggetti che riferiscono un’allergia alle “penicilline” un’indagine allergologica, meglio se entro 1-6 mesi dalla reazione, particolarmente in caso di reazioni immediate, che si verificano entro un’ora dalla somministrazione del farmaco” ha ricordato il dottor Antonino Romano, direttore dell’Unità di Allergologia del Complesso Integrato Columbus in Roma.