Arachidi al bebè: così non diventa allergico

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/04/2016 Aggiornato il 20/04/2016

L’allergia alle arachidi è la più frequente. Chi è a rischio, da piccolissimo, potrebbe sviluppare una difesa assumendo le noccioline. Ecco perché

Arachidi al bebè: così non diventa allergico

Se il bambino mangia arachidi fin dai primi anni di vita, non svilupperà allergie. Già alcuni studi avevano ipotizzato questo meccanismo: un’ulteriore conferma arriva da una ricerca del King’s College di Londra che ha analizzato 550 bambini a rischio di sviluppare un’allergia alle arachidi.

Frutta secca in generale

Quella alle “nuts” è l’allergia alimentare più frequente e costituisce circa il 50-60% dei casi in età adulta, cioè lo 0,5% delle popolazione. Da tempo è noto che gli alimenti più insidiosi per chi è a rischio di allergia sono quelli che rientrano nel gruppo della frutta secca, come arachidi, nocciole, noci pecan e la noce brasiliana. Quest’ultimo è un allergene nuovo nel nostro Paese e, in quanto tale, sottovalutato e pericoloso. Il problema principale restano però le arachidi, che non danno solo allergie da ingestione, ma anche da inalazione: nel momento in cui si aprono si diffonde l’allergene nell’aria, anche senza contatto diretto.

Si corrono meno rischi

Una ricerca volta a confermare che, se il bambino mangia arachidi fin dai primi anni di vita, non svilupperà allergie, era già stata effettuata nel 2015 e aveva dimostrato che l’esposizione precoce alle noccioline può ridurre il rischio di allergia dell’80%. Il lavoro londinese suggerisce che se un bambino ha consumato noccioline entro i primi 11 mesi di vita, può poi smettere all’età di 5 anni senza incorrere in allergie, sfruttando l’effetto scudo provocato delle arachidi. La ricerca dimostra anche che la maggior parte dei bambini rimane protetta a lungo. Al contrario, chi elimina dalla dieta il cibo incriminato per paura di sviluppare allergie, non riesce poi a sviluppare una tolleranza nei suoi confronti.

Allergie alimentari in aumento

In attesa di scoprire se realmente, se il bambino mangia arachidi fin dai primi anni di vita, non svilupperà allergie, gli esperti ricordano che, in caso di allergie accertate, il cibo responsabile dei sintomi deve assolutamente essere evitato. Negli ultimi anni è aumentata l’incidenza delle allergie alimentari nei bambini in età scolare. L’allergia alimentare costituisce, infatti, la prima causa di anafilassi nei bambini e nell’ultimo decennio si è osservato un aumento di circa 7 volte nei bambini tra zero e 15 anni. Le manifestazioni di anafilassi sono molteplici e non facilmente riconoscibili, per cui esiste una sottostima dei casi. 

 

 

 

 
 
 

In breve

ATTENZIONE AI CAMPANELLI D’ALLARME

Prurito, rossore e gonfiore diffusi, difficoltà respiratorie, dolori addominali, vomito e diarrea, abbassamento della voce, debolezza devono far pensare a una reazione allergica.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimbo di 7 mesi intollerante al latte

30/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Sull’intolleranza al lattosio vi è molta confusione. Questo sia perché ci sono diversi tipi di intolleranza al lattosio, sia in quanto ogni singolo soggetto ha caratteristiche cliniche molto eterogenee, sia per intensità che per gravità e non tutte riportabili alla sola e semplicistica “intolleranza...  »

Referto dell’ecografia morfologica: come capire se c’è qualcosa che non va?

28/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se il medico che effettua l'ecografia morfologica non rileva anomalie, non ha senso arrovellarsi sul referto. Se ci fosse stato qualcosa che non va sarebbe stato comunicato. In Inghilterra non vengono rilasciati alle pazienti i risultati degli esami proprio per evitare preoccupazioni inutili a chi non...  »

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Fai la tua domanda agli specialisti