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Le allergie sono sempre più in aumento soprattutto nei bambini: starnuti, occhi arrossati, naso gocciolante, prurito, lacrimazione degli occhi, tosse continua sono i primi sintomi che possono condurre, in alcuni casi, a problemi respiratori più seri, fino alla comparsa di asma. A livello globale, si stima che tra 300 e 400 milioni di persone soffrano di rinite allergica, spesso aggravata da ambienti interni poco ventilati che creano condizioni ideali per scatenare allergie, problema cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica questa settimana.
Diverse cause
”Le allergie – ha dichiarato Daniele Ghiglioni, pediatra allergologo, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – sono malattie multifattoriali, cioè determinate da una combinazione di cause ereditarie e ambientali. Tali fattori agiscono sul nostro sistema immunitario modificandolo, cioè inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze generalmente innocue per la maggior parte della popolazione, come per esempio i pollini”.
In costante aumento
Le allergie sono in costante aumento, soprattutto nei bambini: in Italia, circa il 20% dei bambini ha problemi di allergia, mentre negli anni ’90 ne soffriva solo il 7%. Tra la cause principali di questa impennata, gli stili e le condizioni di vita tipicamente ”occidentali”: inquinamento, stress, fumo, cattiva alimentazione, eccessiva igiene personale.
Come prevenirle
E proprio rivolgendosi alle future mamme, i pediatri della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) hanno stilato un elenco di semplici misure preventive da seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato: smettere di fumare, contenere se possibile l’esposizione all’inquinamento ambientale, utilizzare alcuni farmaci (antiacidi, paracetamolo, antibiotici) solo se prescritti dal medico, evitare situazioni di stress e di esporre i neonati al fumo passivo, favorire l’allattamento al seno per almeno sei mesi.
I test da fare
Spesso è difficile riconoscere le allergie nei bambini, perché i sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. Se il genitore sospetta un caso di allergia nel proprio bambino, il primo passo è quello di rivolgersi al pediatra di fiducia, che lo indirizzerà, quando necessario, presso un centro specializzato di allergologia pediatrica. Normalmente, dopo una prima fase di raccolta di informazioni e del quadro dei sintomi, il pediatra allergologo effettuerà alcuni test per verificare la sensibilizzazione a sostanze potenzialmente allergeniche, sia sulla cute (prick test), sia nel sangue (immunoglobuline E o IgE, anticorpi elevati in caso di reazioni allergiche).