Allergie: in Italia colpito un bambino su 4

Redazione A cura di “La Redazione”

La percentuale di bambini che soffrono di allergie negli ultimi 20 anni è più che triplicata. Che cosa si può fare

Allergie: in Italia colpito un bambino su 4

Crescono a dismisura i bambini colpiti da allergie nei Paesi Occidentali. In Italia, negli ultimi 20 anni, la percentuale è passata dal  7% del 1995 all’attuale 25%; un problema, quello delle allergie, che negli ultimi anni ha fatto registrare un vero e proprio boom.

Un problema mondiale

Allarmante la situazione emersa al Congresso internazionale “Allergie in età pediatrica: dal mito alla realtà – Ebm prevention of pediatric allergy” promosso da Wao (l’Organizzazione Mondiale per le Allergie) e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Secondo i dati le allergie colpiscono globalmente circa il 30% della popolazione pediatrica posizionandosi al terzo posto, dopo ipertensione e artrosi e artrite, nella classifica delle malattie croniche più diffuse. In Italia la forma più diffusa è la rinite allergica, che colpisce circa il 35% degli adolescenti (13-14 anni), seguita dall’asma che colpisce il 9,5% dei bambini e dalle allergie alimentari, più frequenti nei primi anni di vita, che colpiscono circa il 3% dei piccoli entro i 2 anni d’età. In costante amento nell’ultimo decennio è, poi, la dermatite atopica che oggi interessa più di un milioni di bambini.

L’importanza dei probiotici

I motivi legato a questo aumento di allergie nei bambini sono diversi, dall’inquinamento ambientale agli eccessi di igiene, ma adesso la ricerca ha fatto dei passi in avanti per la prevenzione, che comincia già nella pancia della mamma. I più recenti studi clinici hanno infatti dimostrato che l’utilizzo dei probiotici, microrganismi vivi somministrati come integratori, in gravidanza, dimezza il rischio di allergie nel neonato. Eppure, avvertono pediatri e ginecologi, sono ancora poche le mamme che li usano in modo consapevole e i medici che li prescrivono a scopo preventivo. Alessandro Fiocchi, responsabile di allergologia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha sottolineato come  l’assunzione di probiotici prima e dopo il parto è in grado di evitare anche l’insorgere di allergie alimentari e può ridurre significativamente la durata e l’impatto della infezioni respiratorie.

La prevenzione inizia in gravidanza

La prevenzione può fare la differenza, anche perché le allergie condizionano le relazioni sociali, il rendimento scolastico, oltre ad avere un importante impatto economico in termini di costi sanitari. Fondamentale è, però, scegliere il prodotto giusto: le proprietà dei probiotici, spiegano gli esperti, sono specifiche per singoli ceppi batterici. Nonostante gli integratori non siano soggetti alla prescrizione medica, è bene farsi consigliare dal medico e scegliere il prodotto adeguato.

 

 

 
 
 

In breve

L‘IMPORTANZA DELLA FLORA BATTERICA

Nella pancia della mamma, il feto non incontra quasi nessun antigene e la sua flora batterica intestinale può definirsi vergine. È solo con la nascita che il neonato acquisisce i primi microrganismi dalla madre durante il parto e comincia a sviluppare i principali meccanismi immunologici e antinfiammatori.

 

Pubblicato il 11.3.2016 Aggiornato il 11.3.2016
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti