All’incirca da marzo a giugno: un tempo, erano questi i mesi in cui classicamente i soggetti allergici notavano una riacutizzazione della sintomatologia allergica. Le allergie, infatti, si sviluppavano nell’arco di una stagione abbastanza definita, mentre oggi lo scenario è completamente differente. A causa dell’emergenza climatica, il rischio è di avere manifestazioni per tutto l’anno, in maniera praticamente no-stop o quasi.
L’emergenza climatica sta generando una serie di effetti nocivi non solo sull’ambiente, ma anche sulla nostra salute. Fra le conseguenze del surriscaldamento della terra potrebbe esserci anche un prolungamento della stagione delle allergie. Secondo gli esperti riuniti in occasione del congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma, e Immunologia Clinica (SIAAIC), in questi ultimi anni si è assistito a un aumento della durata e della gravità delle pollinosi, che ormai tendono a essere presenti tutto l’anno.
A causa dell’aumento delle temperature, i pollini che un tempo circolavano fra la primavera e l’estate ora sono diffusi anche in autunno, fra l’altro con un rilascio di carico pollinico che è sempre più elevato. Non solo: le fioriture primaverili tendono ad anticipare in misura crescente e le pollinazioni invernali a prolungarsi. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, nel prossimo futuro la stagione critica per le allergie inizierà fino a quaranta giorni prima in primavera e si prolungherà di tre settimane in autunno.
Le anomalie climatiche, dunque, stanno interferendo sulle stagioni delle allergie: molti soggetti allergici presentano manifestazioni anche in periodi insoliti e non è improbabile che saranno sempre di più coloro che avranno problemi praticamente durante tutto l’anno, necessitando di cure protratte.
In effetti, le rilevazioni effettuate dalle reti di monitoraggio dei pollini aerodiffusi nell’atmosfera negli ultimi 30 anni mostrano evidenti cambiamenti. Per esempio, la parietaria, ormai è presente quasi tutto l’anno e anche l’ambrosia ha allungato la sua stagione di pollinazione. Il risultato è che le stagioni dei pollini di diverse piante si manifestano in contemporanea, peggiorando la situazione. Anche per questo sarebbe importante fare il possibile per contrastare l’emergenza climatica.
Fonti / Bibliografia
- Allergie da pollini - EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità
- Projected climate-driven changes in pollen emission season length and magnitude over the continental United States | Nature CommunicationsAtmospheric conditions affect the release of anemophilous pollen, and the timing and magnitude will be altered by climate change. As simulated with a pollen emission model and future climate data, warmer end-of-century temperatures (4–6 K) shift the start of spring emissions 10–40 days earlier and summer/fall weeds and grasses 5–15 days later and lengthen the season duration. Phenological shifts depend on the temperature response of individual taxa, with convergence in some regions and divergence in others. Temperature and precipitation alter daily pollen emission maxima by −35 to 40% and increase the annual total pollen emission by 16–40% due to changes in phenology and temperature-driven pollen production. Increasing atmospheric CO2 may increase pollen production, and doubling production in conjunction with climate increases end-of-century emissions up to 200%. Land cover change modifies the distribution of pollen emitters, yet the effects are rela...