Argomenti trattati
Negli ultimi 20 anni la crescita delle allergie dei bambini è stata costante, passando dal 7 al 25 per cento. I dati più recenti rilevano circa un milione di bambini con la rinite, 630mila con l’asma e 490mila piccoli con dermatite atopica. Secondo alcuni studi di proiezione, nel prossimo futuro la rinite allergica potrebbe interessare 1 bambino su 2 sotto i 14 anni.
Cause e nuove cure
Secondo Gian Luigi Marseglia, presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica e direttore della clinica pediatrica dell’Università di Pavia, tra le cause di questo aumento esponenziale delle allergie dei bambini incidono alcune condizioni ambientali, quali i cambiamenti climatici con l’allungarsi della stagione dei pollini e l’aumento dell’inquinamento, fuori, ma anche dentro casa. Per far fronte a questa emergenza si stanno studiando nuove cure. In particolare, innovative tecniche molecolari che consentono ai medici di formulare diagnosi più mirate e cure personalizzate in base alle caratteristiche del singolo paziente. Il vantaggio di queste nuove tecniche di diagnostica è la possibilità di identificare in maniera più precisa le singole proteine responsabili delle reazioni allergiche.
L’importante ruolo della vitamina D
Dagli studi più recenti sulle conseguenze della carenza di vitamina D in età pediatrica emerge l’importanza di questa vitamina già durante la gravidanza e poi nel neonato per la prevenzione delle malattie allergiche. La vitamina D, infatti, non serve solo per la crescita e il benessere osseo, ma ha anche un effetto centrale nel modulare le funzioni del sistema immunitario e sembra contribuire anche alla prevenzione delle malattie allergiche e probabilmente all’attenuazione dei sintomi stessi. Nei bambini asmatici la vitamina D riduce la frequenza degli attacchi e favorisce un miglior controllo della patologia potenziando l’effetto dei farmaci. Il deficit di vitamina D, al contrario, è spesso correlato a un maggior numero di ricoveri ospedalieri per broncospasmo e a una maggiore necessità di terapia con corticosteroidi orali.