Le allergie non vanno in vacanza e nella bella stagione interessano un italiano su 4. «Oltre alle più diffuse allergie cutanee come l’orticaria o le allergie da contatto» precisa il dottor Gian Luigi Marseglia, Presidente della Società Italiana di Allergologia Pediatrica (SIAIP) e Direttore della Clinica Pediatrica della Università degli Studi di Pavia, Policlinico San Matteo «non vanno sottovalutate neppure quelle alimentari o da punture di insetti o da meduse. Inoltre i cambiamenti climatici hanno modificato il periodo della pollinazione che ormai non è più limitato alla primavera».
L’orticaria colpisce un milione di persone nel periodo estivo. Tra i più piccoli chi ne soffre corrisponde al 10% della popolazione pediatrica. Tutta colpa del sudore che aumenta il prurito a cui si aggiungono il sole e l’acqua di mare che irritano la cute, la temperatura elevata che provoca l’insorgenza di sintomi cutanei e alcuni fattori dietetici (maggior consumo di pesche, fragole) che contribuiscono a incrementare il rischio di orticaria. Anche l’applicazione di solari e altri prodotti cosmetici può determinare allergie da contatto che può rimanere localizzata oppure estendersi.
Le punture di api, vespe e calabroni riguardano più di 500.000 bambini e adolescenti di cui circa il 5% ha una reazione allergica. Inoltre al mare c’è anche il rischio che i piccoli siano esposti al morso di meduse il cui contatto induce una reazione irritativa nella zona lesa, caratterizzata da sintomatologia molto dolorosa. «Non tutte le reazioni irritative hanno come rischio quello di una possibile risposta anafilattica, che fortunatamente resta un evento raro soprattutto in età pediatrica» precisa Sara Manti, ricercatore in Pediatria, Università degli Studi di Messina. «Nel caso di una manifestazione moderata-severa meglio recarsi al più vicino Pronto Soccorso».
«I cambiamenti climatici hanno inevitabilmente influenzato il calendario pollinico, inducendo un prolungamento della stagione pollinica anche nei mesi estivi, come, per esempio, per le graminacee» spiega il dottor Michele Miraglia Del Giudice, professore associato di Pediatria, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli. «Nei mesi di luglio-settembre, sono particolarmente diffusi i pollini delle composite, l’ambrosia, l’assenzio e l’artemisia, che possono causare riacutizzazione della sintomatologia. Il clima caldo-umido inoltre facilita la proliferazione degli acari della polvere e delle muffe». La precauzione da adottare? Limitare il tempo all’aperto durante le giornate molto ventose, soggiornando in locali climatizzati da un deumidificatore.
L’esposizione protratta ai raggi solari, all’acqua di mare o di piscina, la sabbia, possono indurre o accentuare questo tipo di allergia agli occhi. «Per prevenirla o alleviare i sintomi è bene lavare frequentemente le mani, evitare di sfregare gli occhi, usare lacrime artificiali, bere molta acqua per prevenire la disidratazione del corpo vitreo, adoperare appositi occhialini, indossare sempre durante l’esposizione solare lenti specifiche» precisa Miraglia Del Giudice. «Utile anche indossare un cappello a tesa larga per proteggere gli occhi da superfici riflettenti come acqua e sabbia».
Fonti / Bibliografia
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