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Durante i mesi primaverili le condizioni di salute degli oltre sei milioni di italiani (secondo l’Istat 2015) che soffrono di allergie si aggravano e sono sempre più numerosi coloro che provano a curarsi, anche con trattamenti non proprio “ortodossi” e utilizzando metodi per la diagnosi che non sono consigliati dall’allergologo ma piuttosto dal web o da amici e conoscenti.
Dalla forza muscolare all’analisi del capello
Tra i metodi più o meno stravaganti per la diagnosi delle allergie ci sono misurazione della forza muscolare, analisi dei capelli, studio della carica elettrica delle cellule: sono solo alcuni dei test più in voga, purtroppo non sostenuti da sperimentazioni cliniche che ne abbiano avvalorato l’efficacia. Giorgio Luraschi, allergologo del Centro diagnostico italiano di Milano, ha sottolineato come, a fronte di un numero in crescita di persone allergiche, molte di queste non si rivolgano allo specialista più adatto, ovvero l’allergologo, e preferiscano invece affidarsi a terapie nella maggior parte dei casi “inefficaci” e soprattutto senza alcun fondamento scientifico.
Sì ai vaccini
Finiscono, però, così con il trascurare i trattamenti che, invece, possono portare davvero un notevole miglioramento alla loro condizione, come, per esempio, i vaccini antiallergici che con la nuova modalità di somministrazione sotto la lingua, sono anche sempre più efficaci e facili da assumere.
Ecco i test inefficaci (e da evitare)
Tra i principali test “non ufficiali” e non efficaci, che gli esperti del Cdi segnalano ci sono:
- Test citotossico (o test di Bryan) : si basa sul principio che l’aggiunta in vitro di uno specifico allergene al sangue intero comporti una serie di modificazioni morfologiche nelle cellule, sino ad arrivare alla loro distruzione.
- Test kinesiologico: in questo test il paziente tiene con una mano una bottiglietta di vetro contenente l’allergene da testare, mentre con l’altra spinge contro la mano dell’esaminatore. Se quest’ultimo percepisce una riduzione della forza muscolare si diagnostica un’allergia o intolleranza nei confronti dell’estratto contenuto nel recipiente.
- Vega test, Sarm test, Biostrenght test e loro variant: si basano sulla convinzione che, a contatto con gli allergeni, le cellule cambino la loro carica elettrica e si modifichi la loro capacità di condurre l’elettricità.
- Analisi del capello: è utilizzata in due modi. Nella prima viene identificata un’eventuale intossicazione da metalli pesanti (mercurio, cadmio) o una carenza di altri elementi, come selenio, zinco, cromo, magnesio, manganese. Non è, tuttavia, dimostrato che queste condizioni siano correlate all’allergia. Con la seconda modalità di utilizzo si cerca di osservare se campioni di capelli del paziente provocano variazioni nella frequenza di oscillazione di un pendolo.
I test ufficiali e sicuri
Visita allergologica e prick test, come controlli di primo livello, per arrivare al test di radioallergoassorbimento (rast test), come diagnostica di secondo livello per le allergie. Esiste anche un esame del sangue basato sulle nanotecnologie e creato per identificare le sostanze a cui una persona è allergica.