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Per prevenire le allergie alimentari più comuni può essere efficace somministrare ai bambini piccole quantità di alimenti a rischio. Questa pratica non aumenterebbe il rischio di allergie alimentari, come si pensava un tempo, ma anzi le preverrebbe in modo efficace.
Lo studio su 1.300 neonati
La ricerca che indaga le cause e le soluzioni delle più comuni allergie alimentari, ha preso in considerazione un campione di 1.300 neonati ed è stata guidata dai ricercatori del King’s College di Londra. Il campione è stato diviso in due gruppi. Il primo gruppo di neonati è stato sottoposto all’assunzione precoce di alimenti potenzialmente allergizzanti (in quantità irrisoria) come burro di arachidi, un uovo piccolo, yogurt di latte vaccino, pasta di sesamo, pesce, biscotti con cereali. Il secondo gruppo, invece, ha seguito l’iter di svezzamento più tradizionale lasciando, dunque, per ultimi i cibi a rischio di allergie alimentari.
Effetti incoraggianti
Ciò che è risultato da tale studio è stato davvero sorprendente. Infatti, i bambini che sono stati precocemente introdotti all’assunzione di alimenti cosiddetti allergizzanti, hanno mostrato un tasso di allergie decisamente inferiore rispetto ai bambini del secondo gruppo: 2,4% contro 7,2%.
La diffidenza dei genitori
Non tutti i neonati appartenenti al primo gruppo, però, sono risultati un campione attendibile proprio per la reticenza dei genitori a somministrare ai piccoli cibi solidi. Infatti, i ricercatori si sono presto convinti che questo tipo di protocollo sarebbe difficile da applicare, poi, nella vita reale e nella quotidianità delle famiglie. Ma, nonostante questo tipo di ostacolo, il consumo precoce di alimenti allergizzanti sarebbe davvero la via migliore per prevenire le numerose, e sempre più diffuse, allergie alimentari che colpiscono sin nella prima infanzia e spesso durano per buona parte della vita, se non per sempre.