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L’impatto delle allergie alimentari nei bambini potrebbe essere di molto sovradimensionato rispetto all’impatto reale. Si parla di una differenza di ben 15-20 punti percentuali: le cifre reali della presenza di allergie alimentari nella popolazione pediatrica dovrebbero aggirarsi tra lo 0,5 e il 5%, riportato da studi condotti utilizzando il test di provocazione con l’alimento sospetto – a oggi il criterio diagnostico più attendibile – a fronte di alcuni studi che invece stimano una prevalenza fino al 20%. A sostenerlo sono gli allergologi dell’ Aaiito, l’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri.
Conoscere le procedure diagnostiche essenziali delle allergie
Antonino Musarra, specialista allergologo e past president Aaiito spiega che “nelle allergie alimentari dell’età pediatrica conoscere e attuare le procedure diagnostiche essenziali e darne una corretta interpretazione è una priorità non solo scientifica ma anche etica, dal momento che le decisioni che ne conseguono possono influenzare le abitudini e la qualità della vita sia del paziente sia dei familiari, condizionandole in modo sostanziale e per un tempo indeterminato”.
Attenzione alla diete di eliminazione
Capita ancora troppo spesso, infatti, spiega Carmen Montera, allergologa pediatrica e segretario del consiglio direttivo Aaiito, “che un bambino venga sottoposto a una dieta di eliminazione. in base al semplice sospetto clinico o alla positività delle prove allergiche. Nella pratica clinica, però, il percorso diagnostico-terapeutico specialistico dovrebbe essere avviato solo a fronte di una anamnesi puntuale, evitando il più possibile l’approccio ‘semplicistico’ cui spesso fanno seguito le diete cosiddette ‘di eliminazione’, che risultano il più delle volte inutili”.
La desensibilizzazione orale: il nuovo approccio
Oggi la sfida nel trattamento delle allergie alimentari è rappresentata dalla Dopa, la Desensibilizzazione orale per alimento. “In passato l’unico approccio terapeutico alle allergie alimentari del bambino era l’eliminazione assoluta dell’alimento dalla dieta – spiega Giuseppe Pingitore, allergologo pediatrico e coordinatore regione Lazio Aaiito –. In questo modo da una parte si ‘congela’ il problema nel tempo, senza attivare nessuna azione di stimolo alla tolleranza immunologica, mentre dall’altra si espone il bambino al rischio di gravi reazioni che si potrebbero verificare anche per minime quantità di alimento assunto erroneamente. La Dopa è, invece, una procedura che consiste nella somministrazione dell’alimento ‘incriminato’ iniziando con dosi molto basse e aumentandone lentamente e progressivamente le quantità”. Al momento ancora sperimentale, questa procedura – oltre a consentire in molti casi di “tollerare” l’alimento sotto altra forma (molti bambini tollerano per esempio il latte e l’uovo) sotto forma di prodotto da forno, o semplicemente cotti) – permette di aumentare progressivamente la quantità di alimento tollerata dal bambino.
Fonti / Bibliografia
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- AAIITO - Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e OspedalieriSito ufficiale dell'Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri