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In Italia aumentano le allergie alimentari perché da un alto un numero sempre maggiore di bambini e adulti si rende conto di avere questo disturbo, dall’altro perché le proteine alimentari in grado di dare allergia si sono moltiplicate.
Differenza tra percezione e realtà
La percezione di intolleranze alimentari supera il 40%, le vere allergie alimentari interessano circa l’8-10 % della popolazione, mentre la malattia celiaca riguarda l’1% della popolazione. A soffrirne principalmente sono i bambini con il 6%, contro il 4% degli adulti. È quanto viene riferito a Roma lo scorso aprile, in occasione del 4° Congresso Ifiaci, Federazione delle società di allergologia e immunologia clinica, e del 27° Congresso Nazionale della Siaaic, Società italiana allergologia, asma e immunologia clinica.
A rischio frutta e verdura
I cibi che possono provocare una reazione allergica possono essere sia di origine animale sia vegetale. In Italia prevalgono le allergie alimentari verso frutta (anche quella secca) e verdura, ma sono molto frequenti anche quelle per semi, crostacei, latte e uova.
I sintomi delle allergie alimentari
Si possono manifestare sia in età pediatrica che in età adulta con forme più o meno gravi, a seconda del tipo di proteine che le provocano. I sintomi possono inizialmente essere molto sfumati e presentarsi come orticaria, dolori addominali, nausea, vomito o diarrea. Nei casi più gravi, però, le allergie alimentari provocano delle condizioni estremamente pericolose come l’angioedema (gonfiore della mucosa del cavo orale e della gola che causano difficoltà respiratoria) e il temibile shock anafilattico, che richiede un intervento medico immediato.
Servono esami specifici per trovare la terapia su misura
“La terapia per la forma allergica alimentare parte da una corretta diagnosi” – dichiara la professoressa Donatella Macchia, dirigente medico I liv. Allergologia immunologia clinica Osp. S.Giovanni di Dio di Firenze e membro direttivo Siaaic – “occorre sapere esattamente a cosa si è allergici. Solo l’allergo-immunologo può trovare le giuste risposte: occorre effettuare test diagnostici, test cutanei, test sierologici. Sino ad arrivare alla terapia farmacologica, che può essere preventiva o per l’urgenza, che a volte richiede l’iniezione di adrenalina per i malati più gravi”.