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Nell’immaginario collettivo è la malattia primaverile per eccellenza. Invece, l’allergia può comparire anche in autunno e perfino in inverno, sebbene con una frequenza minore. Prevenirla, però, non è impossibile. Basta adottare alcuni accorgimenti ad hoc. Lo hanno ribadito gli esperti riuniti in occasione del congresso della Simer (Società italiana di medicina respiratoria).
La primavera resta la stagione più a rischio
La primavera rappresenta sicuramente la stagione più a rischio per quanto riguarda l’allergia. Infatti, è proprio in quel periodo che si verifica la maggior concentrazione di pollini nell’aria. Tuttavia, non bisogna dimenticare che alcune piante maturano più tardi e che i pollini non sono gli unici responsabili di rinite, asma e altri disturbi respiratori. Anche gli acari della polvere ricoprono un ruolo molto importante da questo punto di vista. Specialmente durante i mesi più freddi, quando il ricambio dell’aria negli ambienti chiusi è inferiore, il loro livello tende ad aumentare. Ecco perché le persone allergiche non possono considerarsi fuori pericolo nemmeno in autunno e in inverno.
Non trascurare la pulizia
Come proteggersi allora? Per prima cosa, è bene pulire con attenzione tutte le stanze dell’abitazione, così da eliminare il maggior numero possibile di acari. “Nelle prossime settimane aumenterà la concentrazione degli allergeni degli acari della polvere nelle stanze. Per difendersi è consigliabile prepararsi con un’accurata pulizia di ogni ambiente chiuso” conferma G. Walter Canonica, direttore della clinica delle Malattie dell’apparato respiratorio e allergologia dell’università di Genova. Sarebbe bene che quest’opera di pulizia venisse riservata anche agli uffici, alle scuole, agli ospedali, insomma a tutti quei luoghi pubblici in cui si trascorre molto tempo, in modo da ridurre ulteriormente il rischio di allergia.
Un aiuto dalla vitamina D
In secondo luogo, è importantissimo esporsi il più possibile al sole. Si tratta, infatti, del modo migliore per fare una buona scorta di vitamina D, che per il 90% viene prodotta proprio grazie ai raggi solari. Sembra che questa sostanza, fra le altre cose, svolga un’azione molto efficace contro le allergie respiratorie. La conferma arriva anche da una recente ricerca italiana, secondo cui c’è un legame fra un aumentato rischio di sviluppare malattie allergiche e bassi livelli di vitamina D nel sangue. “È noto il rapporto tra luce e allergie. In Paesi che non hanno una forte esposizione al sole, la popolazione è maggiormente soggetta alle patologie autoimmuni rispetto a chi vive in località più soleggiate” conferma Carlo Mereu, presidente Simer.