Villocentesi: costo, quando si fa e in quanto tempo arrivano i risultati?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 10/08/2022 Aggiornato il 10/08/2022

La villocentesi è una procedura che permette di scoprire precocemente eventuali malattie genetiche del feto. È consigliata però solo in alcuni casi

villocentesi tra la decima e la tedicesima settimana

Ormai esistono diversi esami e procedure che consentono di controllare la salute del bebè quando è ancora nel pancione della mamma e di diagnosticare precocemente eventuali anomalie e condizioni particolari. Fra queste, c’è anche la villocentesi, che ancora oggi rimane una procedura utile e indicata in diversi casi.

A cosa serve la villocentesi?

La villocentesi è una tecnica che consiste nel prelievo prima e nell’analisi in laboratorio poi dei villi coriali, ossia dei frammenti di placenta, l’organo che avvolge il feto nel pancione e da una parte gli fornisce nutrienti e ossigeno e dall’altra ne rimuove le scorie. Consente di fare la diagnosi prenatale di alcune malattie genetiche. I villi coriali, infatti, condividono lo stesso patrimonio genetico del feto: analizzando i primi, quindi, si possono individuare eventuali anomalie o malattie genetiche a carico del bambino, come la sindrome di Down, la fibrosi cistica o la talassemia.

Quanto è pericolosa la villocentesi?

La villocentesi è una procedura invasiva. Infatti, per prelevare i villi coriali nella maggior parte dei casi occorre introdurre un ago sottile attraverso l’addome della mamma e la placenta, sotto guida ecografica. Solo in una minoranza di donne si utilizza la via vaginale. In genere, non è dolorosa ma può risultare fastidiosa. I rischi sono minimi, ma non nulli: secondo diversi studi, sussiste un rischio di aborto dell’1-2% (maggiore con l’approccio per via transcervicale). Inoltre, c’è la possibilità di trasmettere infezioni al feto attraverso la puntura. Se eseguita precocemente (a nove-dieci settimane di gestazione), potrebbe subentrare anche un lieve aumento di alterazioni dello sviluppo di arti, mani e/o piedi.

Chi deve fare la villocentesi?

La villocentesi va eseguita precocemente, fra la decima e la tredicesima settimana di gravidanza. È indicata se esiste un rischio di malattia genetica a carico del bambino e nel dettaglio se:

  • ci sono famigliari con malattie genetiche;
  • uno o entrambi i genitori sono portatori riconosciuti di una malattia genetica;
  • la coppia ha già altri figli con malattie cromosomiche;
  • altri test per la ricerca di malattie prenatali, come test combinato o bi test, hanno avuto risultati positivi;
  • sono emerse anomalie durante l’ecografia del primo trimestre;
  • la futura mamma ha più di 35 anni.

Il risultato arriva in genere nel giro di 10-20 giorni.

 

 

 
 
 

In sintesi

Cosa non fare dopo la villocentesi?

Dopo la villocentesi si consiglia di riposare ed evitare sforzi per almeno 24 ore. Attenersi comunque alle indicazioni del medico.

Quanto costa la villocentesi?

Il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente l’esame alle donne che rientrino nelle categorie di rischio.

Qual è la differenza fra amniocentesi e villocentesi?

La villocentesi viene eseguita prima rispetto all’amniocentesi, ma secondo alcuni studi comporta un rischio di aborto leggermente superiore. L’amniocentesi si esegue fra la 15a e la 18a settimana di gestazione e consiste nel prelievo di un campione di liquido amniotico.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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