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Assieme a quella antinfluenzale, l’altra vaccinazione che viene raccomandata è il vaccino trivalente in gravidanza che protegge sia la mamma sia il neonato da difterite, tetano e pertosse. L’indicazione riguarda soprattutto l’opportunità di proteggere il neonato dall’ultima malattia, che può essere letale se contratta nei primi mesi di vita, quando il bambino non è ancora immunizzato. Sulla sicurezza di questo antidoto non c’è alcun dubbio, nemmeno per il rischio, per il nascituro, di sviluppare un disturbo dello spettro autistico.
Nessun pericolo di autismo
Sono le conclusioni di uno studio statunitense: gli autori hanno esteso al vaccino trivalente in gravidanza la ricerca di correlazioni con il rischio di autismo nei bambini. La vaccinazione materna non è risultata associata a un’aumentata probabilità di rilevare un disturbo dello spettro autistico nella prole. Anzi: i tassi di questi ultimi sono risultati più bassi tra i figli delle donne protette, per lo più primipare e con alle spalle solidi percorsi di istruzione.
Italia ancora indietro
I tassi di adesione alla vaccinazione negli Usa sono aumentati rapidamente: dal 26% delle donne incinte nel 2012 al 79% del 2014. In Italia, invece, dove la vaccinazione è offerta gratuitamente tra la 27a e la 35a settimana di gravidanza, ancora oggi l’adesione non arriva al 10%. Eppure i rischi derivanti dalla pertosse per i neonati sono alti. Da qui la presa di posizione della comunità delle ostetriche e dei ginecologi, che negli ultimi mesi hanno diffuso due documenti ufficiali per aumentare la conoscenza in materia di vaccinazioni da effettuare in gravidanza.
Anticorpi dalla mamma al bebè
Con il vaccino trivalente in gravidanza si favorisce il trasferimento di anticorpi dalla mamma al neonato, in modo da proteggere quest’ultimo fino alla sua vaccinazione, assicurano gli esperti. La profilassi va ripetuta a ogni gravidanza, anche se intercorre un periodo molto breve tra l’una e l’altra.