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Via libera al sole in gravidanza ma con qualche attenzione in più, ricordando che la pelle, durante i nove mesi, diventa più sensibile.
Maggiori attenzioni nel primo trimestre
Secondo la dottoressa Daniela Galliano, ginecologa ed esperta in medicina della riproduzione, direttrice di IVI Roma, il periodo in cui è necessaria maggiore prudenza nell’esposizione al sole è il primo trimestre di gravidanza. Sono, infatti, proprio i primi tre mesi in cui un’insolazione, un eccessivo affaticamento o la disidratazione potrebbero compromettere lo sviluppo del feto. Anche nel secondo trimestre è bene essere prudenti, per evitare l’insorgere di macchie solari e di rendere permanente, dopo il parto, quella linea scura, che va creandosi sull’addome.
Per evitare la comparsa di cloasmi, ovvero di macchie solari su corpo e viso, è bene utilizzare creme solari ad alta protezione ed evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde.
Pericolo disidratazione
Il terzo trimestre è il più migliore per prendere il sole, ma la crescita del pancione potrebbe causare un po’ di appesantimento alle gambe: basta fare qualche bagno in più e qualche passeggiata in acqua per dare sollievo al sistema circolatorio e linfatico. In generale, il sole in gravidanza va affrontato con cautela, dal momento che le variazioni ormonali cui le donne sono soggette comportano una dilatazione dei vasi sanguigni, che causa un aumento della sudorazione e della percezione del calore.
Evitare le ore più calde e concedersi momenti all’ombra, sono piccoli accorgimenti che permettono di scongiurare quei fastidiosi problemi legati al caldo come crampi, edemi o svenimenti. Fondamentale mantenere il corpo idratato per ripristinare i sali minerali e i liquidi persi con la sudorazione, non solo bevendo più due litri d’acqua al giorno, ma anche ponendo un’attenzione particolare all’alimentazione.