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Fin dall’inizio della gravidanza la futura mamma avverte un forte senso di tensione alle mammelle che si gonfiano, fanno male e acquisiscono una particolare sensibilità.
Sono proprio gli ormoni tipici della gestazione, come gli estrogeni e il progesterone, a condizionarne i cambiamenti. Queste modificazioni del seno sono un sintomo “necessario” perché questa parte, fin dai primi mesi di gravidanza, deve prepararsi alla funzione dell’allattamento.
Per capire che cosa succede al seno durante la gravidanza, è importante conoscerne l’anatomia, almeno a grandi linee.
Come è fatta la mammella
La mammella è un organo simmetrico costituito da una parte ghiandolare e una parte adiposa, cioè grassa, che poggia su una fascia di sostegno muscolare.
La parte ghiandolare è formata da una ventina di lobi (o lobuli), disposti a raggiera, ciascuno dei quali è collegato a un dotto galattoforo, provvisto di uno sbocco nel capezzolo. I lobi (simili a piccoli acini) sono le vere e proprie ghiandole addette alla produzione di colostro (il primo latte) e poi di latte. I dotti galattofori sono i tubicini che collegano ogni lobo al capezzolo e permettono al latte di fuoriuscire all’esterno durante l’allattamento.
La parte adiposa è costituita da grasso interstiziale, cioè “di contorno” e di isolamento, nel quale sono si trovano i lobi e i relativi dotti galattofori. Ogni lobo è formato dagli alveoli, ossia le formazioni addette a secernere il latte.
Al centro di ognuna delle due mammelle si trova il capezzolo, una sporgenza più scura, a forma di cono, in cui si trovano i forellini di sbocco dei dotti galattofori.
Intorno al capezzolo si trova l’areola, un’area rotonda, anch’essa più scura rispetto alla pelle, provvista di piccole sporgenze rotondeggianti (dette “tubercoli di Montgomery”) che corrispondono ad altrettante ghiandole sebacee poste in sottopelle.
Durante la gravidanza le mammelle vanno incontro a numerose modifiche, necessarie per prepararle gradualmente alla loro funzione di allattamento dopo il parto.
Come cambia il seno nel primo trimestre
Nei primi mesi di gravidanza la produzione esponenziale di ormoni (estrogeni e progesterone, ma anche prolattina, secreta dall’ipofisi, e ormone lattogeno placentare, prodotto dalla placenta) provoca uno sviluppo intenso degli alveoli e dei lobuli, nonché dei dotti galattofori e di tutti i tessuti della mammella. L’unica componente che non subisce stimoli è quella adiposa, che tende a diminuire per fare spazio alla parte ghiandolare.
Naturale conseguenza di questa impennata di ormoni è l’inturgidimento rapido del seno, che si gonfia e duole anche per la tensione cui inizia a essere sottoposta la sua pelle. E proprio la tensione della pelle è all’origine dell’aumentata e fastidiosa sensibilità del seno che in questo periodo può associarsi al gonfiore.
Come cambia il seno nel secondo trimestre
Di solito, da questo momento in poi, il forte senso di tensione al seno, che caratterizza i primi mesi di gravidanza (e che è legato al repentino aumento di volume della ghiandola mammaria, che da subito si prepara all’allattamento), tende ad attenuarsi o a scomparire del tutto. Anche il relativo dolore in genere si riduce, nonostante in alcune donne possa continuare fino al parto.
A partire dal quarto mese, però, in molte future mamme il seno diventa più sensibile, soprattutto intorno alla zona del capezzolo e dell’areola. Questa maggiore sensibilità al tatto è dovuta, da un lato all’azione degli ormoni, che stimolano il rilassamento e il turgore della mammella, dall’altro, allo stiramento stesso dei tessuti.
Dopo il quarto mese, i capezzoli e le areole iniziano a ingrandirsi e a scurirsi. Anche i tubercoli di Montgomery si ingrossano e producono una secrezione grassa, oleosa, che ha il compito di idratare e proteggere la pelle dei capezzoli e delle areole, predisponendoli all’allattamento.
Nel secondo trimestre il seno continua comunque ad aumentare di volume, in alcune donne in modo continuo e graduale, in altre con momenti di crescita particolarmente vistosi e improvvisi. In quest’ultimo caso, può succedere che la pelle non resista alla trazione e subisca una serie di “strappi” dando luogo alle temutissime smagliature. In genere però le smagliature colpiscono soprattutto chi ha una predisposizione genetica per questo difetto.
Come cambia il seno nel terzo trimestre
Nel terzo trimestre il seno continua a crescere di volume (tanto che il reggiseno può aumentare anche di due taglie), risultando ulteriormente florido e spesso dolente, mentre le areole diventano sempre più larghe e scure e i capezzoli si ingrossano e si scuriscono anch’essi.
La componente adiposa del seno invece diminuisce per permettere alla parte ghiandolare di svilupparsi meglio. Ebbene, proprio questa diminuzione dello strato adiposo, unita all’assottigliamento della pelle dovuto alla tensione, provoca da un lato un fastidioso aumento della sensibilità e dell’indolenzimento, dall’altro una maggiore e antiestetica visibilità del reticolo venoso superficiale.
Quello del seno gonfio percorso in sottopelle da antiestetici cordoncini bluastri è un fenomeno tipico dell’ultimo trimestre, per una serie di motivi:
– l’ingrossamento della ghiandola mammaria nel suo insieme, dovuto al fatto che al suo interno si gonfiano sia gli alveoli che producono il colostro (cioè il primo latte), e quindi i lobuli che li contengono, sia i dotti galattofori, cioè i sottili tubicini attraverso i quali passerà il latte materno;
– la diminuzione dello strato adiposo (cioè di grasso) posto normalmente sotto la pelle del seno e intorno ai lobuli e ai dotti galattofori;
– l’assottigliamento della pelle, che la fa apparire più trasparente;
– l’aumento della portata dei vasi sanguigni (necessaria per il nutrimento del bebè nel pancione), che rende anche le vene del seno più grosse e visibili.
I rimedi per il seno ingrossato in gravidanza
– Appena il seno comincia ad aumentare di volume, cambiare il reggiseno, acquistandone uno specifico per la gravidanza o comunque comodo e della taglia giusta. L’ideale è che sia di cotone elasticizzato, con spalline larghe, e che sostenga senza comprimere: da evitare le coppe con i ferretti (che potrebbero ostacolare lo sviluppo dei dotti galattofori) e i tessuti sintetici (che potrebbero irritare la cute).
– Per mantenere la pelle il più possibile morbida e per prevenire o ridurre il rischio di smagliature, applicare ogni giorno su tutto il seno una crema specifica emolliente, idratante ed elasticizzante a base di estratti vegetali specifici come olio di mandorle dolci, avena colloidale, burro di karité.