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La pertosse torna a fare paura, al punto che si parla perfino di emergenza sanitaria. Occhi puntati soprattutto sulle donne in gravidanza che, se non vaccinate o immunizzate dalla malattia stessa (perché “fatta”), possono contagiare il bimbo nel pancione con conseguenze spesso gravi. Ecco perché la vaccinazione resta un’arma di prevenzione insostituibile.
Una misura efficace
Numerose ricerche scientifiche hanno, peraltro, concluso che il vaccino al terzo trimestre di gravidanza evita il 90% dei casi di pertosse nei neonati, confermando che si tratta di una misura efficace nel proteggere i bambini da questa malattia nei primi mesi di vita, quando il rischio di complicazioni gravi o mortali è più alto (in metà dei casi questa malattia, presa nel primo anno di età, porta al ricovero in ospedale).
Di origine batterica
La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Colpisce prevalentemente i bambini sotto i 5 anni e, a differenza di altre malattie infantili, conferisce un’immunità non definitiva, ma che declina col tempo, per questo è necessaria la vaccinazione, raccomandata nei bambini a partire dal compimento dell’ottava settimana di vita e poi soggetta a successivi richiami: la prima dose, la seconda e la terza vengono fatte a 6-8 settimane di distanza, cui si aggiunge un’ultima dose di richiamo verso i 2 anni. Il vaccino al terzo trimestre di gravidanza evita il 90% dei casi di pertosse nei neonati sotto i due mesi. Al secondo trimestre la riduzione è del 64%, mentre se fatta prima della gravidanza li dimezza.
La strategia cocoon
Recenti acquisizioni scientifiche hanno indicato che vaccinare la madre subito dopo il parto non è efficace nel ridurre i casi di pertosse nei neonati e andrebbe fatto solo se la donna non è mai stata vaccinata prima. Valida, invece, un’altra raccomandazione, chiamata strategia “cocoon”: consiste nel vaccinare tutti i componenti del nucleo familiare e di coloro che saranno a stretto contatto col neonato, per evitare la trasmissione del batterio responsabile della pertosse da parte di questi soggetti.