Come cambia il corpo della donna nel 3° trimestre di gravidanza

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 12/01/2015 Aggiornato il 23/01/2015

La crescita del pancione sembra inarrestabile. Dal seno possono comparire perdite di colostro, il liquido che sarà il primo nutrimento per il bebè. Compaiono anche le prime contrazioni: hanno lo scopo di preparare il corpo della donna al parto

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L’utero riempie l’addome

Alla fine del settimo mese, l’utero della futura mamma si protende, con la sua parte più alta, sopra la linea dell’ombelico e misura circa 31 centimetri dalla sinfisi pubica (cioè la giuntura tra le ossa del pube) alla sua estremità superiore, riempiendo ormai gran parte della cavità addominale. In alcune donne la crescita è più graduale, mentre in altre sembra quasi improvvisa e il pancione manifesta uno sviluppo improvviso. Prosegue parallelamente anche l’aumento di peso della futura mamma, che alla fine della 31a settimana dovrebbe pesare, in media, non più di 9,5 – 11 chilogrammi in più dall’inizio della gravidanza.

La linea alba si scurisce

È possibile che verso la fine del settimo mese e l’inizio dell’ottavo, la linea che congiunge l’ombelico e il pube, detta linea alba (dall’aggettivo latino “albus” che significa “chiaro”), assuma una colorazione scura, tendente al marrone: per questo viene chiamata linea “nigra”, cioè nera o scura. Tale colorazione della pelle è dovuta agli ormoni tipici della gravidanza: come hanno determinato lo scurirsi dell’areola del seno e la comparsa di macchie scure sul viso, allo stesso modo possono agire su questa linea più chiara (non sempre notata), che corre sull’addome fino al pube. Solo in rarissimi casi tale linea rimane leggermente più scura anche dopo il parto, mentre il più delle volte scompare gradualmente dopo la nascita del bambino.

Le vene del seno diventano più evidenti

Nell’ultimo trimestre le vene superficiali del seno diventano sempre più evidenti. Ciò è dovuto al fatto che in gravidanza si ingrossano i dotti galattofori del seno, cioè i sottili tubicini attraverso i quali passerà il latte materno. Inoltre, aumenta di dimensioni anche tutta la ghiandola mammaria, formata dagli alveoli che producono il latte. Tutto ciò porta a una diminuzione dello strato adiposo (cioè di grasso) posto normalmente sotto la pelle del seno: ciò, insieme a un aumento dell’irrorazione dei vasi sanguigni, fa sì che le vene del seno diventino più visibili.

Si avvertono le prime contrazioni

A partire dal settimo mese di gravidanza è possibile avvertire brevi e leggere contrazioni uterine: si tratta di un fenomeno normale, più frequente quanto più ci si avvicina al parto. Queste contrazioni, chiamate in termini medici di “Braxton-Hicks” e più note come “false contrazioni”, si manifestano in genere con indolenzimento e tensione della pancia. Non sono dolorose, ma vengono percepite dalla futura mamma come un indurimento, talvolta fastidioso, dell’utero, che inizia in alto e si diffonde poi verso il basso prima di sparire del tutto. Queste contrazioni, che di solito durano pochi secondi, ma possono prolungarsi anche per un paio di minuti, hanno lo scopo di preparare gradualmente l’utero al travaglio. A differenza delle contrazioni vere e proprie, però, esse non hanno la capacità di dilatare e modificare il collo dell’utero. Dato che esse, in genere, non preannunciano l’inizio del travaglio di parto, non è il caso di preoccuparsi alla loro comparsa, ma bisogna attendere che passino da sole. Se però si susseguono più volte al giorno, è bene cercare di non affaticarsi troppo ed eventualmente consultare il proprio ginecologo.

L’utero continua a crescere

All’inizio dell’ottavo mese, l’utero misura circa 32 centimetri dalla sinfisi pubica (cioè la giuntura tra le ossa del pube) fino alla sua estremità superiore, che si può sentire 12 centimetri sopra l’ombelico. La futura mamma a questo stadio della gravidanza potrebbe avere la sensazione di non avere più spazio nell’addome: l’utero, infatti, è cresciuto molto nelle ultime settimane, al passo con lo sviluppo del bambino nel pancione, e continuerà a crescere. La quantità di liquido che circonda il bambino raggiunge nell’ottavo mese il massimo livello: nelle settimane successive, il feto continuerà a crescere, ma parte del liquido sarà riassorbito dal corpo e questo farà sì che egli abbia meno spazio per muoversi. Alla fine del mese, cioè alla 36a settimana, l’utero è lungo circa 36 centimetri e si spinge oltre la linea dell’ombelico di circa 14 centimetri.

L’ombelico si appiattisce

Intorno all’ottavo mese l’ombelico della futura mamma inizia a perdere la sua caratteristica rientranza, fino a diventare completamente piatto. Questo succede perché l’utero, ormai ingrossatosi in modo considerevole per assecondare lo sviluppo del feto, esercita contro le pareti dell’addome una pressione che spinge in fuori l’ombelico. La pelle di questa zona e dell’addome in generale è ormai visibilmente molto tirata e a volte la gestante può avvertire, per l’eccessiva tensione, fastidio alla cute o un senso di prurito. A causa dello stiramento della pelle si possono percepire i movimenti del bambino dall’esterno: il pancione sussulta e può presentare sporgenze in corrispondenza dei piedini, delle braccia o della testa del bimbo.

Il seno aumenta di volume

Tra l’ottavo e il nono mese di gravidanza il seno è aumentato notevolmente, almeno del 30 per cento rispetto alle sue dimensioni normali. L’aumento, tuttavia, non è direttamente correlato all’allattamento: non è vero, infatti, che le future mamme che hanno il seno più grande allatteranno più a lungo. Sul volume del seno, in realtà, influisce anche la ritenzione idrica, ossia la difficoltà a espellere liquidi da parte dell’organismo, che aumenta durante il periodo della gravidanza. Per prevenire le smagliature e i cedimenti dopo il parto, è bene continuare ad applicare le creme specifiche per il seno, dall’azione idratante ed elasticizzante.

Proseguono le perdite bianche

Verso la fine della gravidanza, possono aumentare le secrezioni vaginali: si tratta di perdite di colore biancastro (in termini medici, leucorrea) provocate dall’incremento della circolazione sanguigna in quest’area. Si tratta di un fenomeno normale: talvolta però possono essere il segnale di un’infiammazione, soprattutto se le perdite sono maleodoranti, hanno una consistenza pastosa e un colore giallognolo e sono accompagnate da intenso prurito vaginale, bruciore, arrossamento o dolore durante i rapporti. Per prevenire l’insorgenza di infezioni, che potrebbero essere dannose per il bambino, di esegue in genere un esame (il tampone vaginale, di cui si parlerà di seguito) proprio in questo mese.

L’utero è alla massima espansione

Alla fine di questo mese l’utero ha raggiunto la sua massima espansione: dalla sinfisi pubica (cioè la giuntura tra le ossa del pube) alla sua estremità superiore, misura tra i 36 e i 40 centimetri circa, mentre se lo si misura dall’ombelico alla sua estremità superiore si possono contare circa 16 – 20 centimetri. Il bimbo nel pancione continua ad aumentare di peso, fino alle ultimissime settimane di gravidanza: di conseguenza, ormai non ha più molto spazio per muoversi all’interno dell’utero.

La pelle dell’addome è molto tesa

Nell’ultimo mese, parallelamente alla crescita notevole dell’utero, l’addome diventa sempre più sporgente. La pelle di questa zona, quindi, appare molto tirata e la futura mamma può talvolta sentire, a causa dell’eccessiva tensione, un senso di leggero fastidio alla cute. I movimenti del bambino nel pancione possono essere percepiti anche dall’esterno: si possono avvertire, infatti, delle sporgenze in corrispondenza degli arti (per esempio, un braccino o un piedino che preme contro la pancia) o della testa del bambino.

Perdite di colostro dal seno

Il seno, oltre ad essere aumentato di volume, si sta preparando alla produzione di latte dopo la nascita. Dai capezzoli può uscire il colostro, un liquido denso e di colore giallastro, che rappresenterà il primo pasto del bimbo appena nato e tenderà a cambiare di giorno in giorno (fino all’arrivo della montata lattea) per consistenza e composizione chimica, in proporzione alle esigenze del neonato. Si tratta di un latte più ricco di proteine e sali minerali e più povero di grassi rispetto a quello materno: inoltre, il suo apporto è prezioso perché contiene anticorpi (sostanze prodotte dal sistema di difesa dell’organismo) che svolgono un’azione protettrice sulla mucosa (il tessuto di rivestimento interno) dell’intestino molto importante perché alla nascita le difese del bebè non sono ancora completamente attive.

Compaiono le false contrazioni

Nel nono mese, in genere, si intensificano le contrazioni dette di “Braxton-Hicks” o false contrazioni: si tratta, semplicemente, degli “esercizi” che l’organismo della futura mamma esegue per prepararsi al travaglio e al parto. Lo scopo di queste contrazioni, che si avvertono come un indurimento della pancia, è quello di provocare la modificazione del collo dell’utero, che normalmente durante la gravidanza si mantiene chiuso; nelle ultime settimane, stimolato dalle contrazioni, comincia a modificarsi, si ammorbidisce (cioè diventa più soffice e perde la consistenza che lo faceva stare chiuso) e si raccorcia. Questi movimenti, che sono irregolari, con il passare del tempo possono modificarsi e, con l’avvicinarsi del momento del parto, si fanno più frequenti e regolari fino a trasformarsi nelle contrazioni che danno avvio al travaglio vero e proprio. A differenza di queste ultime, le “false” contrazioni si attenuano o cessano del tutto cambiando posizione (per esempio, camminando un po’) o provando a sdraiarsi e rilassarsi un po’.

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