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L’inquinamento fa male al cuore dei bambini, già quando sono nel grembo materno: attenzione dunque allo smog in gravidanza. Le ondate di calore eccessivo derivanti dai cambiamenti climatici, provocati proprio dall’inquinamento, aumentano il numero di bimbi nati con cardiopatie congenite, ovvero malformazioni strutturali dell’organo. A mettere in luce nuove drammatiche conseguenze dello smog in gravidanza sul cuore dei bambini è una ricerca della School of Public Health presso l’Università di Albany, New York, pubblicata sul Journal of American Heart Association, rivista dell’American Heart Association.
Mix micidiale
Studi precedenti avevano già trovato un legame tra lo smog in gravidanza e il troppo caldo e il rischio di anomalie cardiache nei figli, probabilmente perché il calore può causare la morte delle cellule fetali o interferire con proteine termosensibili che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del feto.
Tantissimi bimbi malati in più
Le stime del nuovo studio si basano sulle proiezioni del numero di nascite tra il 2025 e il 2035 negli Stati Uniti e il previsto aumento dell’esposizione media delle mamme al calore, a seguito dei cambiamenti climatici. Per ogni gravidanza e regione, sulla base dei dati meteorologici della NASA, i ricercatori hanno conteggiato i giorni eccessivamente caldi e la frequenza degli eventi di calore estremo. Ne è emerso che l’aumento delle temperature potrà causare fino a 7.000 casi di cardiopatie pediatriche congenite in 10 anni in 8 stati americani presi a campione.
A rischio le prime settimane dopo il concepimento
I risultati sottolineano la necessità di maggiore preparazione per affrontare l’aumento di una condizione complessa che spesso richiede assistenza permanente. È importante consigliare alle donne in gravidanza di evitare lo smog e il caldo estremo, in particolare 3-8 settimane dopo il concepimento, il periodo critico.
Tanti problemi per il feto
Un altro studio aveva già sottolineato i rischi dell’esposizione allo smog in gravidanza: condotto al Center on the early life origins of disease della School of public health dell’Università Bloomberg di Baltimora (Stati Uniti), aveva dimostrato come le future mamme esposte a elevati livelli di inquinamento atmosferico abbiano una probabilità quasi doppia di andare incontro a infiammazione intrauterina, una condizione che mette il bambino a rischio di nascita prematura, patologie neurologiche e respiratorie.