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Per azione degli ormoni, il seno in gravidanza cambia sin dalle prime settimane preparandosi all’allattamento. Le modificazioni di forma e volume delle mammelle, che portano il seno ad essere molto voluminoso e pesante verso la fine della gestazione, possono provocare sensazioni di tensione e di dolore, più o meno intense. Non ci si deve comunque allarmare: si tratta infatti di cambiamenti fisiologici che non nascondono patologie di nessun tipo. Un reggiseno comodo e traspirante, insieme a piccole attenzioni quotidiane, aiutano a limitare i fastidi. Con il seno, durante l’attesa si modifica anche il capezzolo che diventa più scuro e più grande come avviene spesso anche per l’areola.
Come cambia il seno nelle prime settimane di gravidanza
Il seno in gravidanza cambia in modo significativo, e lo fa sin dai primi momenti del concepimento. La prima fase di cambiamento, detta cinetogena, prende infatti il via all’inizio della gravidanza e prosegue fino al quinto mese. I mutamenti del seno sono così precoci che spesso è proprio una sensazione di tensione alla parte a far capire di essere in attesa di un bimbo.
Già dalle prime settimane il seno aumenta nel volume e si modifica nella forma e questo risulta immediatamente visibile e percepibile. Per tutto il primo trimestre i dotti e gli alveoli del seno crescono in modo molto rapido. Con il passare dei mesi il seno diventa poi sempre più turgido e voluminoso tanto che a volte le mammelle che si sgonfiano improvvisamente possono far presumere che la gravidanza si sia interrotta. In ogni caso va sempre tenuto presente che ogni donna è un caso a sé e che, soprattutto quando il seno è piccolo, i cambiamenti possono non essere così significativi. Va tenuto comunque presente che avere un seno contenuto non influisce in nessun modo sulla produzione di latte e quindi sulla possibilità di allattare il piccolo al seno.
Cause del cambiamento del seno in gravidanza
Le trasformazioni del seno in gravidanza, che iniziano dal concepimento e proseguono per tutti i nove mesi, avvengono per azione degli ormoni gravidici: i cambiamenti di questa parte, come del resto di altre parti del corpo nei nove mesi dell’attesa, sono funzionali infatti ad accompagnare lo sviluppo del feto e proteggere sia la mamma che il piccolo fino alla nascita. In particolare, le modificazioni nei nove mesi servono per preparare il seno all’allattamento. Ogni ormone ha un ruolo specifico in questa direzione. Gli estrogeni fanno in modo che i dotti galattofori si sviluppino e si specializzino nel raccogliere e trasportare all’esterno il latte.
Il progesterone invece porta a un aumento della dimensione degli alveoli e dei lobi del seno mentre l’ormone lattogeno placentare (HPL), rilasciato dalla placenta a partire dalla 15esima settimana, determina cambiamenti nel tessuto del seno interessando anche l’areola e il capezzolo. Con il passare dei mesi il tessuto ghiandolare acquista maggiore spazio rispetto al tessuto adiposo e questo rende il seno ancora più sensibile.
Aumenta, nello stesso tempo, anche l’afflusso di sangue nell’area tanto che in alcuni casi le vene del seno diventano più visibili. Questi cambiamenti fanno sì che la futura mamma noti un aumento visibile del seno, sin dalle prime settimane di gestazione: in genere si può arrivare ad avere una taglia o anche una taglia e mezzo in più di seno rispetto a prima della gravidanza. Tutto questo tenendo sempre conto che ogni gestazione è diversa dell’altra e questo fa sì che i cambiamenti del seno possano essere più o meno significativi da donna a donna.
Dolore al seno: a cosa è dovuto?
Le fluttuazioni ormonali che determinano i cambiamenti al seno in gravidanza portano a percepire sensazioni di fastidio che possono manifestarsi sotto forma di tensione, prurito ma anche dolore. Mentre il tessuto ghiandolare del seno prolifera per via delle sollecitazioni ormonali, quello adiposo tende infatti a diminuire ed è per questo che la mammella risulta più sensibile alle stimolazioni esterne.
In genere questi fastidi sono maggiori nel primo trimestre ma in alcuni casi possono anche perdurare nel secondo e nel terzo trimestre. Verso la fine della gravidanza poi è facile che il seno sia percepito come molto pesante e anche dolente. Tutto questo in ogni caso non deve destare particolare preoccupazione dal momento che fastidi e dolore al seno sono fenomeni del tutto fisiologici che non sottendono nulla di patologico. Anche se il dolore è piuttosto intenso e si presenta sotto forma di fitte è solamente il frutto di tutta l’opera di preparazione all’allattamento e non deve quindi essere vissuto con ansia dalla futura mamma. Parlare del problema con il ginecologo o con l’ostetrica di riferimento può comunque essere utile.
Cosa fare per il seno in gravidanza
Il seno in gravidanza ha bisogno di essere curato con puntualità, proprio per l’importante funzione che si prepara a svolgere in allattamento. Ecco i gesti che possono aiutare.
Sostenerlo con il reggiseno
Più il seno si riempie, più la forza di gravità lo trascina verso il basso. Il reggiseno evita questo inconveniente e fa percepire meno la sensazione di pesantezza, ma solo se il modello viene scelto con attenzione. Meglio il cotone, innanzitutto, per permettere la corretta traspirazione della cute evitando così che, soprattutto con il caldo, si formino irritazioni e fastidiose dermatiti. Il reggiseno dovrebbe anche avere spalline ampie e regolabili in modo da distribuire correttamente il peso evitando di segnare la pelle e una chiusura regolabile per adattarsi al meglio ai cambiamenti di volume. I ferretti invece possono dare fastidio: una fascia alta sotto le coppe sostiene al meglio senza comprimere.
Detergere con delicatezza
Il primo gesto che dovrebbe diventare una buona abitudine, sin dai primi giorni dell’attesa, è una pulizia delicata con un detergente dolce per non impoverire la cute. Docciaschiuma, saponi e altri detergenti aggressivi portano via il film idrolipidico superficiale di protezione e aumentano il rischio che la pelle si secchi e perda elasticità.
Mantenere l’idratazione
La pelle del seno che aumenta progressivamente di volume nei nove mesi è sottoposta un forte stress. Ecco allora che perché si mantenga elastica e compatta è fondamentale idratarla e nutrirla ogni giorno. Questo è utile anche per prevenire le smagliature, nonché per lenire il prurito. Allo scopo può essere utile una crema idratante delicata oppure una formulazione specifica per il seno in gravidanza. Può bastare comunque il semplice ma prezioso olio di mandorle dolci da applicare anche due volte al giorno sul seno. Ideale accompagnare l’applicazione con un delicato massaggio descrivendo con il palmo della mano più volte un “otto” tra i seni per favorire la penetrazione dell’olio.
Capezzoli in gravidanza, sensibilità e colore
Sempre per effetto degli ormoni, in gravidanza si assistono a significativi cambiamenti che interessano anche i capezzoli. Succede già dal primo trimestre dell’attesa, periodo durante il quale si nota che la pelle del capezzolo si ispessisce e diventa più scura. Anche la forma si modifica: il capezzolo diventa più pronunciato e si spinge verso l’esterno, tutto questo ovviamente per prepararsi alla suzione da parte del piccolo. Il cambiamento più significativo comunque riguarda la comparsa di piccoli rilievi sulla superficie del capezzolo, i cosiddetti tubercoli di Montgomery.
A poco a poco, queste piccole protuberanze si fanno più visibili e cominciano a secernere prima sostanze lubrificanti e poi il colostro. Al quinto mese di gravidanza, infatti, la fase cinetogena termina e prende il via quella definita colostrogena che vede iniziare la produzione di colostro, una secrezione molto nutriente e ricca di anticorpi materni, che con il passare delle settimane riempie i dotti galattofori. Già durante l’attesa si può notare quindi qualche goccia fuoriuscire dal capezzolo, secrezione può essere più o meno intensa. Mentre i cambiamenti del capezzolo interessano tutte le donne in attesa, diverso il discorso per l’areola che solo in alcuni casi si allarga così che il piccolo abbia una superficie maggiore alla quale attaccarsi per succhiare il latte.
Cosa fare per i capezzoli in gravidanza
Esce qualche goccia di colostro? Meglio evitare di indossare le coppette assorbilatte che rischiano di non far traspirare la parte e alterano l’equilibrio cutaneo creando prurito e irritazione. Attenzione anche a non usare detergenti aggressivi o strofinamenti forti per eliminare le secrezioni oleose del capezzolo. Il loro ruolo è importante: permettono infatti di lubrificare il seno, prevenendo l’attacco da parte di organismi patogeni. Qualora si dovesse provare fastidio, è possibile eliminarle tamponando leggermente la parte con l’aiuto di un asciugamano o un fazzoletto in cotone leggero.
A seguito di tutte questi cambiamenti del seno in gravidanza, è facile percepire una sensazione di fastidio al capezzolo, legata a una ipersensibilità che può rendere persino fastidioso il contatto con il reggiseno. Per alleviare questo disturbo è utile mantenere morbido il capezzolo con qualche goccia di olio di mandorle dolci oppure con un prodotto specifico da acquistare in farmacia. Attenzione invece a non usare creme, oli e altri trattamenti per il seno che, per quanto delicati e specifici per la gravidanza, non lo sono a sufficienza per un punto così fragile. Idratazione e nutrimento sono gesti importanti, da non trascurare perché mantenendo elastica l’area del capezzolo lo preparano all’allattamento evitando che si formino dolorose ragadi.