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Che aumentare troppo di peso durante la gravidanza sia rischioso e decisamente sconsigliabile è risaputo da tempo. Che, però, l’accumulo di chili nei nove mesi possa segnalare il rischio di autismo nel bebè è una novità. Lo ha svelato uno studio americano, condotto da un team di ricercatori dell’Università dello Utah, pubblicato sulla rivista Pediatrics.
Un disturbo dalle origini misteriose
L’autismo è un disturbo dell’età evolutiva associato a problematiche nell’area dello sviluppo motorio, percettivo e sensoriale. Chi ne soffre mostra una marcata diminuzione dell’integrazione sociale e della comunicazione. Ancora oggi non si conoscono le cause scatenanti. Si ipotizza che possano avere un ruolo importante: disturbi nelle aree cerebrali, disfunzioni genetiche, conseguenze dei metalli pesanti all’interno dell’organismo, intolleranze alimentarie asintomatiche.
Uno studio durato otto anni
Lo studio ha interessato due gruppi di bambini. Il primo era costituito da 128 bambini con diagnosi di autismo e 10.920 bambini sani della stessa età. Il secondo era formato da 228 bambini autistici e dai loro fratelli non affetti dalla malattia. Tutti sono stati seguiti per otto anni. Gli autori hanno anche analizzato l’aumento di peso durante la gravidanza delle loro madri. Dall’analisi dei dati, è emerso che in entrambi i gruppi esaminati, l’aumento modesto ma costante di peso durante la gestazione si è associato a un aumento del rischio di autismo. Gli esperti hanno spiegato che questo non significa che i chili accumulati nei nove mesi sono una delle possibili cause di autismo nei bebè. Semplicemente, è ipotizzabile che fra aumento di peso della donna gravida e sviluppo dell’autismo nei bambini ci sia un legame. Le due condizioni possono condividere meccanismi comuni, come livelli ormonali anomali o un’infiammazione sottostante.