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Conosciuto anche come vitamina B9, l’acido folico (dal latino folium che indica i vegetali a foglia verde), è una sostanza necessaria all’organismo in quanto svolge molteplici funzioni. Come tutte le altre vitamine, anche questa del gruppo B è sintetizzata solo in piccolissime quantità dall’organismo, pertanto deve essere fornita attraverso gli alimenti, seguendo una dieta completa ed equilibrata. Il fabbisogno di acido folico nei nove mesi aumenta notevolmente, per questo è importante incrementarne la dose, anche attraverso integratori specifici, per assicurare il benessere della futura mamma e del piccolo nel pancione.
Perché serve al bimbo
È ormai nota da diversi anni la funzione determinante che questa vitamina riveste nella formazione degli organi del piccolo, in particolare del sistema nervoso centrale. Ai fini di una corretta prevenzione, pertanto, è necessario che l’assunzione di acido folico cominci nel momento in cui si pianifica la gravidanza e che si protragga per i tre mesi successivi, quando si completa lo sviluppo del midollo spinale e del cervello del feto. L’acido folico svolge inoltre un ruolo importante nella trasmissione dei caratteri ereditari, e nella produzione degli aminoacidi, i costituenti delle proteine, quindi i “mattoni” delle cellule. Una sua carenza, nel periodo del concepimento, può ostacolare il primissimo processo di creazione del feto (embriogenesi), determinando un’alterazione del tubo neurale (l’organo deputato alla formazione di midollo spinale, colonna vertebrale e cervello) e provocando problemi seri, seppur rari, come la spina bifida, oppure l’anencefalia (mancanza di una parte o di tutto il cervello).
Perché è necessario per la mamma
L’acido folico nei nove mesi svolge un’importante funzione nel contrastare l’anemia, disturbo frequente in gravidanza. Aiuta, inoltre, ad assimilare il ferro, minerale indispensabile per la formazione dei globuli rossi. La vitamina B9, inoltre, protegge la gravidanza, in quanto prende parte alla costruzione di tutte le cellule dell’organismo, e riduce il rischio di aborto spontaneo, parto pretermine e gestosi. Se manca l’acido folico nei nove mesi, si può verificare un tipo particolare di anemia da carenza di acido folico, detta megaloblastica o macrocitica (i globuli rossi hanno un volume più grande del normale, rilevabile dagli esami del sangue), che si manifesta già a partire dal terzo-quarto mese di gestazione con sintomi quali stanchezza, pallore e perdita di appetito.
Questi alimenti ne sono più ricchi
I cibi che hanno una concentrazione più alta di acido folico sono: lievito di birra, fegatini di pollo, germe di grano, fiocchi di mais, asparagi, scarola, indivia, spinaci, cavolini di Bruxelles, fagioli secchi, bieta, arachidi, menta, kiwi, arance.
Si disperde facilmente
La dieta, però, spesso non basta a sopperire al fabbisogno di acido folico perché questa sostanza è facilmente deperibile. Il ginecologo, quindi, può, nel periodo intorno al concepimento, o fin dai primissimi mesi di gravidanza (il momento più a rischio per lo sviluppo degli organi del feto), prescrivere un integratore vitaminico (si tratta di compresse da assumere per bocca) per prevenire un’eventuale carenza da acido folico.