Alcune donne possono raggiungere questo stadio senza contrazioni percepibili o fastidiose, in altre invece possono essere necessarie 6-7 ore per il primo parto e 4-5 ore per quelli successivi. All’inizio le contrazioni durano 30-45 secondi e si susseguono ogni 5-10 minuti, per farsi poi sempre più regolari e aumentare via via di intensità e frequenza. Quando la cervice, cioè il collo dell’utero, raggiunge una dilatazione di circa 3 centimetri di diametro, la testa del bambino comincia gradualmente a scendere nel canale del parto. I sintomi più comuni che indicano che sta cominciando questa fase sono diversi e possono essere presenti insieme o singolarmente. I più riconoscibili, comunque, sono: crampi simili a dolori mestruali, mal di schie-na, difficoltà a digerire, perdita dalla vagina di muco misto a sangue (di solito con striature ematiche). In questa prima fase, a meno che non si siano perse le acque o vi sia un sanguinamento di colore rosso vivo, è consigliabile cercare di continuare a condurre le normali azioni quotidiane a casa.
- se il travaglio inizia di notte: è bene cercare di riposare perché, probabilmente, da lì a poco sarà più difficile farlo. Se però la futura mamma non riesce ad addormentarsi, può muoversi per casa cercando di distrarsi.
- se il travaglio inizia di giorno: si può continuare a svolgere le proprie attività, a patto di non allontanarsi da casa. Un bagno tiepido (quest’ultimo solo se non si sono perse ancora le acque) può servire per rilassarsi. Si può fare anche uno spuntino leggero (per esempio, fette biscottate con marmellata o miele), evitando i cibi di difficile digestione.
Che cosa succede nella fase iniziale del travaglio
Le vere contrazioni
Non tutte le contrazioni che avverte la futura mamma in prossimità del termine della gravidanza, però, sono indicative dell’avvio del travaglio di parto. A volte si tratta delle cosiddette contrazioni di “Braxton-Hicks”, che fanno la loro comparsa già nel corso del terzo trimestre: sono le cosiddette “false” contrazioni, che intorno allo scadere del termine di gravidanza servono a preparare la discesa del bambino nel canale del parto (l’insieme delle strutture che il piccolo deve attraversare per nascere). Si distinguono da quelle “vere” del travaglio perché sono poco dolorose, si manifestano a intervalli irregolari e non sono ravvicinate tra loro. Può però accadere che si presentino a intervalli di 5-10 minuti e per questo possono essere confuse facilmente con quelle vere. Spesso compaiono a fine giornata in seguito a stanchezza o affaticamento, ma l’intensità del dolore è abbastanza blanda e, in genere, non tende ad aumentare. Quelle “vere”, invece, cioè quelle che danno inizio al travaglio vero e proprio, sono dolorose, intermittenti e ritmiche. Si contraddistinguono per la progressiva frequenza (da 10 a 3 minuti circa tra l’una e l’altra), intensità (sono sempre più forti) e durata (aumentano da 20 a 60 secondi circa). Dal momento in cui le contrazioni si presentano a intervalli inferiori ai 10 minuti, occorre misurarle con un orologio: l’intervallo tra le contrazioni si misura dall’inizio di una contrazione all’inizio di quella successiva. Se la futura mamma è a casa da sola, è bene che preallerti qualcuno che possa accompagnarla in ospedale quando sarà il momento. Occorre muoversi da casa quando le contrazioni si presentano con regolarità ogni 5 minuti, sono presenti da circa un’ora e non accennano a diminuire.
La perdita del tappo mucoso
Il tappo mucoso è una secrezione naturale vischiosa, di colore bianco-giallastro o marroncino che, chiudendo il collo (ossia la parte inferiore) dell’utero, funge da “barriera” naturale per proteggere il feto nel pancione dai batteri che si trovano nell’ambiente vaginale e che, in assenza di esso, potrebbero provocare un’infezione. La perdita del tappo mucoso indica che il collo dell’utero si sta modificando per prepararsi al parto. Ciò avviene, in genere, nella “fase latente” del travaglio: una parte del tappo, in seguito ai mutamenti del collo dell’utero, si stacca e viene espulsa attraverso la vagina. La futura mamma avverte una sensazione di umido negli slip, pur non sentendo alcun dolore. L’espulsione, di solito, è accompagnata da tracce di sangue. Questo episodio, però, non deve destare preoccupazione: le tracce di sangue sono del tutto normali, in quanto sono dovute alla rottura di qualche capillare in seguito allo sforzo legato alla dilatazione del collo dell’utero.
La rottura delle membrane
La rottura delle membrane del sacco amniotico (comunemente nota come “perdita delle acque”) provoca una fuoriuscita di liquido trasparente dalla vagina: la perdita di questo liquido può avvenire sotto forma di lento sgocciolamento (se la testa del bebè, già impegnata nel canale del parto, ne rallenta la fuoriuscita) oppure presentarsi in maniera più drastica, come un fiotto. In ogni caso, la futura mamma se ne accorge in quanto avverte un’improvvisa sensazione di bagnato, simile alla perdita di urina. La rottura può avvenire quando il collo dell’utero comincia a dilatarsi sotto l’effetto delle contrazioni o può avvenire spontaneamente prima dell’inizio del travaglio vero e proprio. In altri casi, invece, la rottura del sacco amniotico avviene soltanto a travaglio avviato, quando la dilatazione del collo dell’utero è ormai completa. In altri casi, infine, la rottura delle membrane amniotiche viene provocata artificialmente in ospedale (amnioressi).