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Liquido tinto: che cosa significa? Quando si rompono le acque, è importante prestare attenzione al colore del liquido amniotico. Infatti, è un indicatore importante della salute e del benessere del bebè. In caso di liquido amniotico tinto, è meglio andare con urgenza in ospedale per non correre rischi.
Protegge e avvolge il piccolo
Il liquido amniotico è l’habitat che accoglie e ospita il feto durante i nove mesi di vita intrauterina. All’inizio è costituito da plasma materno, cioè la parte liquida del sangue. Dopo le prime settimane, è formato per lo più da urina del piccolo. La quantità di liquido contenuta nel sacco amniotico aumenta progressivamente nel corso della gravidanza. Il suo compito principale è quello di proteggere e avvolgere il feto.
Può essere indice di sofferenza fetale
Nella maggior parte dei casi, la rottura del sacco amniotico avviene al termine della gravidanza e innesca
l’avvio del travaglio
oppure si verifica nel corso del travaglio stesso. Solitamente, quando si rompe il sacco amniotico, il liquido che fuoriesce è limpido e chiaro, di un colore giallo paglierino. Se è opaco, verdastro o addirittura quasi nero, e ha una consistenza poco fluida, si parla di liquido amniotico tinto. Significa che l’intestino del neonato ha espulso una quantità significativa di meconio (le feci del neonato).
Servono degli accertamenti
In caso di liquido amniotico tinto è bene recarsi subito in ospedale perché il cambiamento di colore e consistenza del liquido potrebbe essere indice di sofferenza fetale. Infatti, se c’è carenza di ossigeno, il nascituro può perdere il controllo degli sfinteri ed espellere tutto il meconio contenuto nell’intestino. In realtà, il liquido tinto non è sempre sinonimo di problemi a carico del bebè, ma è meglio non rischiare e sottoporsi il prima possibile agli accertamenti del caso.